Musica
di Simone Stefanini 12 Febbraio 2016

10 cose che mi hanno fatto paura della reunion dei Pooh a Sanremo

Dopo aver passato una notte insonne, tormentato come Edgar Allan Poe, ho capito ciò che aveva guastato la mia serata

TUTTE LE FOTO VIA RAIPLAY

E così, nel grande giorno delle cover, gli indimenticabili ospiti internazionali alla fine sono stati i Pooh, nella formazione a 5 con Riccardo Fogli, quella della reunion. La gente è impazzita, da casa come dall’Ariston, tutti hanno cantato quel medley di pezzoni senza tempo che ha incluso Dammi solo un minuto, Tanta voglia di lei, Piccola Katy, Noi due nel mondo e nell’anima, Pensiero e Chi fermerà la musica. Poi la musica si è fermata davvero, breve intervista e via di Uomini soli, che ha vinto Sanremo nel 1990.

 

 

Carlo Conti ha detto di loro che sono all’avanguardia, mostrando di non sapere cosa significhi la parola avanguardia. Poi ha aggiunto che non invecchiano mai, e lì veniva un po’ da abbracciarlo forte e dirgli “Certo.”

Ma ci sono state alcune cose che mi hanno fatto trasalire durante la visione dei 20 minuti sanremesi dedicati ai Pooh. Cose che mi sono rimaste in testa tutta la notte, che me le sono proprio sognate. Dubbi, incertezze, inquietudini, un filo d’angoscia, una notte passata insonne tra mille tormenti come un novello Edgar Poe, ed eccomi qui a redigerne la lista, prima che questi momenti vadano perduti nel tempo come lacrime nella pioggia [cit.]

 

1) Gli occhi fotonici di Roby Facchinetti

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Di che colore sono? Turchese? Color gas di Giove? Mentre parla sembravano occhi normali, poi inizia a cantare e prendono il colore della materia di cui sono fatti i sogni. Unica cosa: è lievemente strabico e allora tutto il romanticismo va a farsi benedire e torna potentemente in auge la teoria del cyborg coi raggi laser dalle pupille. Poi è come certi quadri, in qualunque posto ti sposti, lui ti punta e ti senti spogliato, sporco. Personalmente, non riuscirei a sostenere una conversazione guardandolo negli occhi.

 

 

2) I capelli finissimi e iper laccati di Dodi Battaglia

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Pochi, maledetti e subito. Non si parla dei soldi del compenso di Sanremo ma dei capelli di Dodi Battaglia (che io amo chiamare Dodi Battle per un discorso di epicità).  Da anni il chitarrista dei Pooh soffre di calvizie, ma come sapete non si può essere rockstar senza capelli e quindi si è coltivato quei 14 rimasti con una sapiente laccatura stile restauro agli Uffizi e via a far innamorare le signore. Per quanto muova la testa i suoi capelli rimangono immobili. Mummificati per sempre.

 

 

3) Le gote di Red Canzian

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Guardalo come ride. L’innocenza sulle gote sue, due arance ancor più rosse, diceva il poeta Mogol. Red Canzian col suo bel Rickenbacker (il basso che ha fatto la storia del rock di un certo tipo, da Lemmy ai Joy Division) mentre se la spassa contento. In realtà, non stava nemmeno ridendo, ma invecchiando le gote si sono talmente ingrossate da restituirgli un’espressione gioviale e cortese anche quando è serio come la morte.

 

 

4) La doppia cassa della batteria

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Uno dei misteri che svelerà la Madonnina di Medjugorije sarà questo: perché Stefano D’Orazio ha bisogno della doppia cassa per suonare i 4/4 dei Pooh? Capisco che scrivere PO in una e OH in un’altra faccia figo, ma per il resto il buon Stefano non ha mai suonato la doppia cassa in vita sua, se non alla fine del concerto quando per fare rock tutti suonano gli strumenti a caso. Una insensatezza che toglie il sonno, anche e soprattuto perché Stefano ha il tocco leggerissimo, quasi a non voler rovinare la batteria.

 

 

5) Riccardo Fogli che non si può tingere i capelli per punizione

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Riccardone Fogli è rientrato nel gruppo dopo 200 anni vissuti a non scrivere un successo nemmeno per sbaglio. Non ce ne frega niente, basta Storie di tutti i giorni per farlo diventare uno dei grandi. Intanto gli altri 4 Pooh sfornavano successi uno dietro l’altro, facevano milioni di concerti. Poi la decisione: concerto reunion e scioglimento. A Fogli non gli par vero di abbandonare le sale biliardo toscane per assaggiare di nuovo il successo. Anche gli altri 4 sembrano contenti, ma per fargliela pesare un po’ hanno deciso che lui fosse l’unico a sembrare vecchio. Niente colore, capelli lunghi e bianchi come Bob di Twin Peaks, così impara.

 

 

6) La mega voce di Roby Facchinetti

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Dio delle cittuuàààààààààààààààààààààààààààà. Il momento che tutti aspettavano, quello in cui si spaccano i bicchieri nelle vetrinette delle sale degli italiani. Ma Roby c’è arrivato un po’ sul filo, rosso come quelli che praticano autoerotismo impiccandosi con le calze. In ogni caso, deve avere un accordo col fonico, gli sgancia in nero qualche cento euro per alzarlo a manetta. Tutte le volte che ha cantato un coro si sentiva solo lui, ed erano in cinque. Quando gli hanno inquadrato l’ugola, c’aveva gli addominali in gola.

 

 

7) Gli strumenti tutti in playback

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Un grande medley, grandi Pooh. Però una cosa va detta: se mettete le sordine alle pelli, se non microfonate i piatti, se dalla chitarra elettrica esce il suono dell’acustica e se Fogli e Battaglia suonano gli stessi accordi, ma Fogli ha il capotasto in seconda posizione e Battaglia no, allora il rischio è che la base sia registrata e che dal vivo ci siano solo le voci. Tipo karaoke. Non si fa, c’erano delle signore che piangevano, su, un po’ di rispetto.

 

 

8) I superamici

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Correva l’anno 1973, Riccardo Fogli sta con Patty Pravo ed ella suggerisce al bello dei Pooh di provarci con la carriera solista. La sua voce infatti è simile a quella di Dodi Battaglia e il produttore decide di far cantare Tanta voglia di lei a quest’ultimo, facendo andare su tutte le furie Richard Papers. Oggi i due cantano pure dallo stesso microfono e Red Canzian, che aveva preso il posto proprio di Fogli, gli lancia mega sorrisi e abbracci. A 20 anni incendiari, a 90 pompieri.

 

 

9) Giletti che ci prova con la Parodi

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Giletti, non si sa per quale motivo, ogni Festival è lì in prima fila, coi suoi occhietti chiusi, marpioni e sinistri. Accanto a lui, Cristina Parodi. È un momento, qualche bicchiere di prosecco, i Pooh che cantano Noi due nel mondo e nell’anima e poco ci manca che non se la limona cingendole il sedere. Un idolo del procedimento restrittivo per molestia sul lavoro.

 

 

10) Riccardo Fogli che accorda inutilmente la chitarra pur di non stare a sentire Red Canzian che parla del gruppo come una famiglia

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Red, intervistato da Carlo Conti, parla della band come di una famiglia che ti sostiene nei momenti duri. “Non siamo mica supereroi” mente Red. I 3 compagni di viaggio lo ascoltano commossi. Riccardo Fogli invece, che non ha mai suonato insieme a Red fino a qualche mese fa, pur di non ascoltare quelle fesserie si mette ad accordare la chitarra, che come sappiamo è pure in playback. Genio del c*zzomene.

 

 

BONUS: L’impazzito su Tanta voglia di lei

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Un tipo coi capelli tipici della borghesia deve aver smesso di prendere le gocce il giorno sbagliato, perché quando i Pooh attaccano Mi dispiace devo andareeeeee il mio posto è laaaaaaaaaaaaaaaaaaaà, dà in escandescenze, se la fa addosso, picchia i pugni sulle cosce, spaventa i vicini, piange ed espelle muco sulla camicia. L’ha presa tantissimo a cuore, pare.

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