Musica
di Simone Stefanini 12 Aprile 2016

70.000 tons of metal, cosa succede in una crociera per soli metallari

Il reportage fotografico di Giacomo Fortunato, che si è infiltrato in una crociera a tema heavy metal

ashebfn via - © Giacomo Fortunato

 

Se pensate alla crociera, la prima cosa che viene a mente, di getto, è Love Boat, il telefilm degli anni ’80 che descriveva le meraviglie e le disavventure dei turisti americani in Messico, con la sigla che ti rimaneva in testa e non la mandavi più via. Al limite, potreste pensare anche alla tragedia della Costa Concordia oppure a Silvio Berlusconi che suonava il piano sulle stesse navi in cui si esibiva Fabrizio De André,  ma mai vi verrebbe in mente il metal. E invece.

C’è una nave di 70.000 tonnellate che parte dalla Florida, destinazione Giamaica, trasportando 60 band heavy metal e oltre 3.000 fan da tutto il mondo per 5 giorni. La crociera in questione di chiama 70.000 Tons of Metal e vi partecipano band come i Sodom, gli Stratovarius, i Paradise Lost e i nostri Lacuna Coil.

A bordo c’era anche Giacomo Fortunato, un fotografo editoriale e pubblicitario italiano di stanza a New York, che ama i temi della mascolinità e delle subculture americane e ha approfittato della crociera per realizzare il suo progetto To Hell and Back. Lo abbiamo intervistato.

Come hai saputo che esistevano crociere per metallari e com’è scattata la voglia di documentarle?
Ho sempre voluto occuparmi dei metallari che hanno rappresentato una parte integrante della mia educazione e della mia vita. Purtroppo, a New York la possibilità di immergersi nell’esperienza “metallara” è piuttosto limitata. Dopo varie ricerche, ho scoperto l’esistenza della 70.000 Tons of Metal, ovvero la più grande crociera metallara che esista. Ho comprato immediatamente il biglietto e ho partecipato alla crociera, come spettatore e fotografo, affascinato dall’idea di gruppi heavy metal su una nave da crociera. Mi sembrava un contrasto stridente l’idea di 3.000 persone vestite di nero in crociera sotto la luce scintillante del sole dei Caraibi a sentire musica, considerata in genere, la meno rilassante possibile. 

 

© Giacomo Fortunato via - © Giacomo Fortunato

 

Cosa succede di così strano e particolare in queste crociere?
Generalmente non si associa una crociera con l’heavy metal. Il concetto stesso è difficile da contenere con una sola definizione. I partecipanti bevono, mangiano, fanno festa nelle Jacuzzi mentre guardano le band suonare fino alle 5 di mattina. Le band suonano dalle 10 di mattina fino all’alba del giorno dopo, ogni giorno per 5 giorni. Non c’è letteralmente tempo per riposarsi o riprendersi.

 

© Giacomo Fortunato via - © Giacomo Fortunato

 

È la prima volta che la musica condiziona così a fondo il tuo lavoro?
Sì, decisamente! Questo è il primo progetto in cui mi sono occupato interamente di musica. Se non fossi cresciuto con il genere heavy metal, molto probabilmente, non avrei mai deciso di far parte di questa esperienza.

 

© Giacomo Fortunato via - © Giacomo Fortunato

 

Una curiosità, documenteresti mai la crociera coi Backstreet Boys e le loro fan (sì, esiste davvero)?
Sì, sarei disponibile all’idea di documentare una crociera dei Backstreet Boys anche se, lo so, sarebbe un’esperienza penosa per me. Non andrei certo di mia iniziativa. Andrei solo dietro commissione. Dipende anche dalla lunghezza della crociera, perché una volta a bordo… si rimane a bordo.

 

© Giacomo Fortunato via - © Giacomo Fortunato

 

Di cosa ti occuperai nelle prossime serie fotografiche?
Ricerco costantemente soggetti e scene da fotografare. Al momento, ho intenzione di continuare a lavorare sul tema heavy metal. In estate sto progettando di documentare le diverse subculture del Rhode Island dove sono nato e cresciuto.

 

© Giacomo Fortunato via - © Giacomo Fortunato

 

Siamo molto curiosi di vedere cosa ci proporrà Giacomo la prossima volta. Se anche a voi è piaciuta questa pazza pazza crociera, seguitelo sul suo sito ufficiale e sul suo account Instagram. Ora godiamoci un bel tuffo a bomba!

 

© Giacomo Fortunato via - © Giacomo Fortunato

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