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Ciao, mi chiamo Flavio e non metto like su Facebook da sei mesi

E ora sono più cosciente delle conseguenze che hanno le mie azioni sul resto del mondo

01 buongiorno flavio like su Facebook  Buongiorno a te, amico Facebook!

 

Ciao, mi chiamo Flavio e non metto like su Facebook da sei mesi. Ho deciso di raccontare come questa scelta mi ha fatto diventare più cosciente delle conseguenze che hanno le mie azioni sul resto del mondo. Perché sapete, il like non ha un valore univoco, nossignore.

Esistono tantissimi motivi diversi che ci spingono a mettere mi piace ad un determinato contenuto.

Dall’autentico apprezzamento fino alla semplice cortesia nei confronti degli amici per non deludere le loro aspettative – indipendentemente dal fatto che gradiremmo ritrovarci dei post correlati ai loro tra i contenuti suggeriti, a quello non pensiamo neanche. Ci pensa la piattaforma social sulla quale ci troviamo.

Peccato che, quando Facebook analizza i nostri like non venga tenuto conto di queste fondamentali differenze di motivazione, inficiando così la ricostruzione del nostro presunto stile di vita.

Per esempio, prima di intraprendere l’esperimento mi capitava di ricevere moltissimi aggiornamenti su cose di cui non mi fregava nulla, mentre al contrario Facebook non mi sottoponeva mai le novità che mi interessavano per davvero, e nonostante la mia insistenza nel selezionare il ricevi notifiche da gruppi e pagine.

Avevo la sensazione di trovarmi circondato dai fan dopo un concerto di Mengoni, ma i miei sono contatti selezionati, mi chiedevo: com’è possibile? Com’è possibile che il sistema peschi solo le cose peggiori che condividevano i miei contatti? Così, empiricamente, ho provato un po’ a studiare la correlazione tra i miei like e i post che comparivano sulla mia bacheca.

Per prima cosa ho provato a forzare l’algoritmo dei suggerimenti, mettendo like ogni settimana esclusivamente a post con contenuti molto specifici, ad esempio: tecnologia cilena, carlini, booster anni novanta, bava di lumaca ecc…

 

02 tecnologia cilena like su Facebook  Un classico esempio di tecnologia cilena

 

I suggerimenti sono effettivamente mutati, ma in modo paradossale: Facebook mi propinava solamente contenuti correlati alla mia presunta passione della settimana cercando di vendermi qualcosa; in breve, mi sembrava di essere tornato all’epoca delle televendite trasmesse dalle prime emittenti private, a quelle con Sergio Baracco e del vubino buvman, rosso sangue di piccione, insomma un vero incubo.

 

03 Televendita like su Facebook  Il leggendario Sergio Baracco e il vubino buvman: godiamocelo full screen su Youtube

 

L’unico modo per uscire da quelle bacheche monotematiche era invertire la rotta: ma purtroppo, dato che a Facebook occorre un po’ di tempo per adattarsi agli ultimi dati ricevuti, dovevo continuare a subire quel bombardamento a senso unico anche quando non ne potevo più già da un pezzo.

A un certo punto, preso dal panico, ho messo like ai post degli amici in maniera compulsiva, pur di variare il mio feed e ripristinare la situazione originaria. Peccato che, proprio in quel periodo, tutti i miei amici sembravano aver perso la testa per Calcutta e non facevano altro che condividere i suoi video, tutto questo ha sciaguratamente prodotto il risultato di farmi comparire tra i suggerimenti niente meno che Colapesce.

Deluso dalla vita, ho deciso di non apporre più nessun like su Facebook, questa scelta radicale ha comportato la progressiva scomparsa delle pubblicità e una crescente presenza di contenuti che considero genuinamente interessanti, come caciotte e tartufi.

 

04 Caseificio  Ciao, burroso orsetto

 

L’unica seccatura? Il sistema, non ricevendo gli input di cui si nutre per propormi contenuti, ha cercato di coinvolgermi suggerendomi di creare gruppi basati sulle pagine che gestisco. Prendendo spunto dalla mia pagina Osteria dell’Osservanza mi invitava paradossalmente a creare un inutilissimo gruppo: “Amici a cui piace Osteria dell’Osservanza”. Mi trovavo di fronte all’autocitazionismo involontario.

So che Facebook fa proposte simili a tutti, ma, non avendo nient’altro a cui attaccarsi, nel mio caso l’insistenza delle proposte si era fatta particolarmente asfissiante. Un amico, Federico, mi confessò che tra le varie proposte a lui era apparso anche “Amici di Flavio Scutti”. Non ne venivamo fuori, il fenomeno stava influenzando anche i miei contatti, bisognava fare qualcosa di veramente efficace.

Ne parlavo con tutti i miei collaboratori, era diventato l’argomento principale di discussione agli aperitivi. Con gli esperti di social si creò un fantomatico team di studio, volevamo andare oltre.

 

like su Facebook 05 suggerimento gruppi  Gruppi ridondanti

 

Una volta tratte queste conclusioni ho pubblicato un avvenimento importante intitolato Sciopero del like, eppure, anche dopo essere uscito palesemente allo scoperto, ho capito che solo in pochissimi si erano accorti della mancanza del mio like sui loro contenuti. Anche dopo alcuni mesi, quando nelle discussioni venne fuori questo argomento, ci furono amici che rimasero di stucco nell’accorgersi dell’effettiva mancanza.

 

06 Sciopero dei like like su Facebook  Dislike!

 

Ciò mi ha fatto realizzare quanto il “mi piace” sia un genere di interazione che finisce per perdersi nel mare magnum degli stimoli con cui Facebook ci bombarda. Altre persone vicine, al contrario, hanno accolto con piacere la novità di ricevere, al posto del solito like, un pensiero sotto forma di commento.

Molto spesso era un cuore, altre un wow, voi direte che lo fanno tutti, ma la cosa veramente buffa fu che pochissimo dopo Facebook introdusse una serie di emoticon per esprimere le preferenze identiche ai miei commenti.

Probabilmente dopo che verrà pubblicato questo articolo ricomincerò a metterli, visto che sono tartassato dagli amici che cercano di vincere dei concorsi con l’apporto del mio like, ma dopo questa esperienza di consapevolezza, l’interazione sul social per me ha assunto un valore che mi piace considerare più naturale.

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