TV e Cinema
di Silvia Rossi 18 Settembre 2015

“Il film è tuo, fanne ciò che vuoi”: Charlie Kaufman racconta Anomalisa

Abbiamo intervistato Charlie Kaufman e Duke Johnson, registi del film di animazione Anomalisa Il film di animazione che ha vinto il Gran Premio della Giuria a Venezia

anomalisa-2 Indiewire - Anomalisa, il nuovo film di Charlie Kaufman e Duke Johnson

 

Ci sono tre reazioni possibili quando ti capita di incontrare un professionista come Charlie Kaufman. Freddezza: sai che non ama parlare dei suoi film e quindi ti ghiacci al pensiero di trovare qualcosa di sensato da chiedergli. Manifesti entusiasmo fuori luogo: per te lui è un genio, l’hai studiato in università e la purezza dei suoi film ti ha sempre disarmato. Glielo dici, e poi glielo ridici, e alla fine glielo ripeti. Diventi logorroico: per voler sapere tutto alla fine ti ritrovi a parlare più di lui facendogli 2000 domande a raffica senza lasciargli il tempo di respirare.
E se queste tre reazioni si manifestano insieme nello stesso momento sei fregato.

Chi è Charlie Kaufman? Un genio della sceneggiatura. È americano, è noto per essere schivo e poco avvezzo alla celebrità e ha scritto film come “Essere John Malkovich”, “Se mi lasci ti cancello” (per il quale si è portato a casa l’Oscar) e “Il ladro di orchidee”. Il suo nuovo progetto si chiama “Anomalisa” e l’ha presentato alla 72esima edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove ha vinto il Gran Premio della Giuria, e al Toronto Film Festival.
Il suo film, co-diretto da Duke Johnson, è realizzato con la tecnica stop-motion. È quindi un film in animazione. I puppets di Kaufman e Johnson sono stati pensati per essere più realistici possibile, senza perdere però la meccanicità tipica dell’animazione: i visi degli interpreti sono tagliati a metà orizzontalmente e “montati” per dar forma e movimento e sono in 3D.

 

 

A un certo punto del film vi sembrerà di vedere esseri umani. Questo perché all’abilità tecnica si affianca la maestria di Kaufman di scavare nell’intimità e nella fragilità umana per raccontare una storia di solitudine, tenerezza e noia che noi tutti abbiamo come l’impressione di aver ben chiara.
Il protagonista è Michael Stone, uno speaker motivazionale per addetti telefonici in viaggio di lavoro che, una volta giunto in albergo, per trasgredire o per bisogno di trovare anch’egli nuove “motivazioni”, seduce Lisa, una giovane fan accorsa proprio per sentire il suo discorso. L’incontro tra i due ha un che di poetico e comico e la dice lunga sulla necessità dell’uomo di sentire una nuova voce. Il film infatti è doppiato solo da tre attori: David Thewlis è Michael, Jennifer Jason Leigh è Lisa e Tom Noonan interpreta tutti gli altri personaggi, maschili e femminili.

La genesi di questo progetto è interessante e abbiamo chiesto direttamente a Kaufman di raccontarcela: “Anomalisa esiste da molto tempo (dal 2005), nasce come script teatrale e si trasforma in sound play, ovvero una lettura vera e propria del copione da parte degli attori, lasciando al pubblico la libertà d’immaginare le scene. L’abbiamo fatto anche noi, pensando a quello che sarebbe potuto essere e cercando di tirarne fuori qualcosa di diverso. È stata una traduzione molto interessante. Inizialmente per la realizzazione abbiamo trovato i fondi su Kickstarter – uno dei siti principali dove chiedere soldi per la riuscita di lavori creativi – ma una somma molto importante di denaro è arrivata da un produttore indipendente di nome Keith Calder”.

 

Charlie_Kauffman-Duke_Johnson-1  Duke Johnson e Charlie Kaufman

 

Sappiamo che è inutile chiedere un suo personale pensiero sulla storia che vediamo in scena…
“Certo, il film io l’ho fatto per te, tu trarrai le tue conclusioni, il film ti appartiene adesso e tu puoi farne quello che ti pare”.

Tom Noonan ci ha detto che lui non è ancora giunto a un’unica interpretazione della storia, ogni volta ne trae una conclusione differente, è qualcosa che ritroviamo in più o meno tutti i suoi lavori.
“È proprio questo che adoro ed è quello che cerco di fare ogni volta che scrivo: dar vita sempre a qualcosa di nuovo, di aperto”.

Si ride molto con Anomalisa, che cos’è per lei l’ironia e cosa la diverte?
Non lo so, non credo di essere in grado di rispondere a questa domanda… Credo che a volte mi basti “riconoscere” una situazione per sorridere di qualcosa. L’esagerazione mi diverte molto.

È necessaria più empatia o più distanza quando si scrivono storie immaginate?
La mia immaginazione diventa realtà. Io sono Lisa quando scrivo di Lisa, sono Michael quando scrivo di Michael. Ho bisogno di trasformarmi nei miei personaggi. Se mi mettessi a giudicare non sarebbe giusto nei confronti del pubblico, e nemmeno nei miei confronti.

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