Society
di Simone Stefanini 3 Febbraio 2015

10 scuse per non andare in palestra e vivere abbastanza serenamente

Sono solo scuse. La verità è che quando salti per una settimana o due, poi ti senti un bidone dell’immondizia.

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Guardo fuori dalla finestra, le gocce di pioggia gelida ne bagnano la superficie, come fossero lacrime scese da un’immaginaria nuvola a forma di coccodrillo. Metto un po’ di musica depressa, ho bisogno di raccogliere tutta la mestizia che c’è in me, per scrivere questo pezzo.

Vorrei parlarvi in tutta onestà, come farei agli alcolisti anonimi se avessi problemi col bere. Che poi, perché alcolisti anonimi se la prima cosa che fanno è proprio presentarsi e parlare dei fatti propri? Ma che faccio, cambio argomento per non arrivare al punto? Sì.

 

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Chunck si dispera.

Dunque, correva l’anno 2014, io ero un ometto pieno di buona volontà e dopo l’ennesima estate passata a far finta che non m’importasse di avere la pancia, decisi d’intraprendere quella sfida con la mia vita che può essere riassunta come: “mi iscrivo in palestra”. Premessa: a me piace muovermi, ma sono più da bicicletta, passeggiata nel verde, sul mare, roba lunga che non fa perdere peso.

Però d’inverno, con la stagione delle piogge, dove vai? Che poi, io, in palestra, ci sono andato parecchie volte. Tante quante ho provato a smettere di fumare, circa. Duravo un mese e mezzo, due, non vedevo nuovi muscoli, né spuntare un collo dove ora c’è un appoggiatesta e allegramente tornavo alla mia routine.

 

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Jabba non va in palestra.

 

Stavolta è diverso, perché ci ho creduto come i tedeschi in semifinale mondiale del 2006 e ho fatto l’abbonamento a 9 mesi. Una gravidanza. Nella quale, sul serio, avrei dovuto (l’immagine seguente sarà orribile) partorire i chili di troppo e trovarmi in splendida forma quando si tratta di rimettersi in maglietta e costume.

Dentro di me c’era tutta la voglia del mondo di essere oggetto di stupore, di essere additato in strada come “guarda cosa nascondeva quel bozzolo informe: una bellissima farfalla culturista!”.

Il primo mese è andato tutto bene, ho frequentato anche 4 volte a settimana. Lavoravo part time, poi entravo nell’ufficio del sudore, degli uomini che parlano di politica o di calcio in spogliatoio con il cazzo di fuori. Del caricare l’iPod ogni giorno per avere uno stimolo in più. Del ricordarsi di fare la borsa e di togliere i calzini sudati. Nel regno della corsa immobile, del trasportare pesi senza motivo, del vogare per rimanere dove siamo, dell’appendersi a sbarre senza strappare banane ai rami.

 

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Jack Black spiega una volta per tutte perchè non fa la dieta.

 

All’inizio sudavo a guardarli, gli attrezzi. Mi facevo 20 minuti di camminata veloce sul tapis roulant e finivo come Gelindo Bordin a Seul 88, mi aspettavo gli applausi. Facevo i pettorali a 15 kg e mi pareva di poter fare a botte coi motociclisti. La sera uscivo talmente sicuro di me da essere del tutto stranito quando i miei amici non notavano quanto fossi dimagrito e in forma. In realtà, erano grammi. Ma ci credevo, Dio, se ci credevo. Poi è cambiato tutto.

 

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Dove sono gli applausi?

 

Ho iniziato a lavorare full time, a fare la vita della gente normale. Infatti la gente normale è grassa, o è magra di natura, oppure è piena di soldi, tipo Linus o Gianni Morandi che dopo il lavoro fanno le maratone per dimostrare il superomismo. Io invece, all’inizio c’ho provato ad aver voglia dopo il lavoro di farmi la borsa, andare in palestra, sudare, stancarmi, fare la doccia, tornare a casa, prepararmi la cena e poi addirittura la sera aver voglia di uscire. Boh, c’è chi ce la fa. C’è chi si alza la mattina presto e va in palestra prima di lavorare. Per me, quel moto è un mistero insondabile.

 

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Alzarsi presto per andare in palestra è roba da yuppies pazzi, che poi diventano serial killer.

 

Guardo fuori, prendo una pausa per aumentare la tensione drammatica e arrivo al punto: da due settimane non vado più in palestra. Mi sento malissimo. Un budino di rifiuti, un bidone dell’organico, una verme informe che nasce dalle dune del malessere, il re dei ciccioni. Occhio umano non rileverebbe nessuna sostanziale differenza, si parla di ettogrammi, che di solito si usano per regolarsi col prosciutto o col fumo, ma dentro di me, mille Hiroshima di emozioni oscure.

Capisco che il titolo di questo scritto sia ingannevole e voi abbiate perso del tempo cercando i fantomatici motivi per i quali uno dovrebbe essere un po’ felice a mangiare come un’oca ripiena e a non muoversi nemmeno quando la casa va a fuoco.

Non ce ne sono, c’è solo l’incubo, lo spettro delle maniglie dell’amore, dei seni maschili, delle pieghe tipo shar pei depilato, del culo a sposa, della panza da dolce attesa. Al limite, dal momento che leggerete queste mie memorie su internet e lì vanno un casino gli elenchi, ve ne posso fare uno al volo sulle 10 scuse che uso io per non andarci, ma sappiate che se avete pagato 9 mesi di palestra e poi vi siete arresi, la vita vi sembrerà un infinito calvario di dolore.

 

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Di lui ridono tutti, lui fa finta di divertirsi ma dentro ci sta male.

 

Bene, scuse:

1) Sono stanco (Mio dio, ho lavorato così tanto, non posso mica svenire. Meglio se sto a casa e finisco quella serie giapponese che tanto mi appassiona)

2) Fa freddo (Ci metterei troppo a riscaldarmi, non suderei abbastanza e allora che ci vado a fare?)

3) Piove (La prossima settimana voglio andare ad un concerto troppo bello e non permetterò alla palestra di farmi venire la febbre. Meglio se sto in casa)

4) Non ho voglia di vedere uomini di una certa età nudi (Su questo niente da dire, specialmente quando si parla del vegliardo con la sacca scrotale della lunghezza di una busta grande della Coop riempita con due arance)

5) Non ho l’iPod e non sopporto la playlist allenamento di Spotify (In effetti, dopo un’ora di Ariana Grande e Taylor Swift, passa la voglia di tutto)

6) Non ho tempo (Leggasi: preferisco fare aperitivo, cena, fumare, stare in giro. Quella singola ora in palestra rovinerebbe tutti i miei piani)

7) Se stasera ceno leggero è come se fossi andato in palestra (No?)

8) L’ultima volta ho accusato uno strappetto forse è meglio se mi calmo con l’agonismo (Non vorrai mica che m’infermi, eh?)

9) Faccio due flessioni a casa (Mai fatte)

10) Sono bello così (Fottersene e beccarsi 92 minuti di applausi)

 

 

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