Society
di Giulio Pons 3 Maggio 2012

Laputa, il castello nel cielo

Ho portato due bambine, una di quattro e una di cinque anni, a vedere al cinema il film di Miyazaki, gli è piaciuto?

Ho portato due bimbe, una di 4 e una di 5 anni, a vedere “Laputa il castello nel cielo“, film di Miyazaki del 1987 al cinema adesso. Adesso!? Sì, i film di Miyazaki per qualche scherzo del destino (cioè diritti e licenze) escono in Italia a caso, talvolta innumerevoli anni dopo.

Per chi non li conosce Miyazaki e lo studio Ghibli, sono l’equivalente di Disney e della Pixar per l’animazione giapponese, basta pensare che il primo lavoro del maestro giapponese (quando non era ancora un maestro) è Lupin III. Meno 3D e computer graphics della Pixar  e molto più poesia, natura e anima della Disney.

TRAMA: “Il castello nel cielo” è la storia di una ragazzina di nome Sheeta che scopre di essere l’ultima discendente di un’antica, potente e ricca famiglia che possedeva incredibili tecnologie volanti in grado di far volare un’intera città (Laputa). La tecnologia, si sa, può essere utilizzata bene o male e quindi ci sono dei cattivoni (Muska e l’esercito) che vogliono impossessarsene, c’è un ragazzino (Pazu) che si innamora di Sheeta e dei buffi pirati che vogliono i tesori di Laputa. Il tutto immerso in un’atmosfera tra fine ottocento e inizio ventesimo secolo densa di aspettative per un futuro tecnologico ricco di macchine volanti incredibili e un po’ romantiche.

Lo svolgersi delle vicende ha solo un paio di pecche per il pubblico più giovane (penso alle due piccole ospiti di 4 e 5 anni): ogni tanto è troppo complicato (ma anche Kung Fu Panda 2 va ogni tanto spiegato) e dura un po’ troppo: due ore. A mezz’ora dalla fine, infatti, la bimba di 4 anni ha capitolato ed ha voluto abbandonare la sala, quella di 5 ha resistito ma alla fine era stanca.

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