TV e Cinema
di Marco Villa 21 Agosto 2012

Il Cavaliere Oscuro Il Ritorno – Era meglio il secondo Batman [recensione]

Come per Il Padrino. La trilogia di Batman di Cristhopher Nolan ha lo stesso destino: il secondo è il più bello.

The Dark Knight Rises (Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno, in italiano) è un buon film. Ha due grandi difetti, però. Il primo è una storia che continua a riavvolgersi su se stessa. È come se ci fossero dei blocchi di quattro/cinque pagine di sceneggiatura che si ripetono a intervalli regolari. Tutta la prima parte del film patisce questa situazione, faticando a decollare e arrivando al primo scontro tra Batman e Bane – il cattivo di turno – senza aver creato la minima attesa.

Il secondo difetto è proprio Bane, un cattivo che non è (non può essere) all’altezza di Joker. Manca carisma, manca follia, ma manca anche la lucidità totale del discorso anarchico sul caos. Bane è un cattivo normale, come tanti. Con in più la pecca del vocoder incorporato, non esattamente una botta di credibilità.

Al di là di queste mancanze, The Dark Knight Rises, come detto è un buon film. Lo è per la capacità di arrivare al termine delle tre ore di durata senza stancare. Lo è per avere intercettato l’attualità con i discorsi di Bane e dei suoi, che di fatto mettono in atto una degenerazione concreta e violenta degli “We are 99%” resi slogan dai partecipanti a Occupy Wall Street.

Non è poco, anzi. Ma The Dark Knight era quasi un capolavoro, caso raro di blockbuster capace di mettere in equilibrio la componente d’azione e quella apertamente filosofica. Un equilibrio e una misura che qui non raggiungono la perfezione. The Dark Knight Rises, purtroppo, è di una categoria inferiore.

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