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Chi è Cripsta, l’illustratore del manifesto del MI AMI Festival 2018

© Alessandro Cripsta

 

Alessandro Cripsta ha iniziato con la street art per poi lavorare nella grafica e nell’illustrazione. La sua è una propensione naturale al realismo magico, al surrealismo e alla metafisica, tra soggetti mitologici, cut-up e simboli ancestrali, riletti in chiave pop.

Le sue riletture così personali dei miti lo hanno portato ad illustrare il nuovo manifesto del MI AMI Festival, che ogni anno coniuga nuova musica e arte visiva nella cornice dell’idroscalo di Milano.

 

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Lo abbiamo intervistato per saperne di più sul suo lavoro e sui suoi rituali mentre crea.

Partiamo da una breve presentazione: chi sei, quanti anni hai, da dove vieni?
Mi chiamo Alessandro Cripsta, sono un illustratore e graphic artist, ho 27 anni e vengo da un piccolo paese tra Milano e Como.

Dove sei adesso?
Adesso sono temporaneamente a casa, sto pianificando la prossima fuga.

La prima cosa che hai disegnato e l’ultima?
Faccio fatica a ricordare l’ultima, come faccio con la prima?! Comunque a sentimento direi la prima un pesce, l’ultima un fiore.

 

© Alessandro Cripsta

 

Hai dei rituali prima di metterti al lavoro e dopo aver finito?
Scelgo la musica giusta, in genere opto per qualcosa di ipnotico e meditativo, anche un po’ oscuro. Inoltre preferisco lavorare di notte, mi piace quell’atmosfera sospesa in cui il tempo sembra fermarsi.

Qual è la tua tecnica preferita e perché?
Genericamente disegno a china su carta, per poi colorare digitalmente. Però quando disegno sullo sketchbook sono un po’ più libero da legami tecnici e mi piace sperimentare. Amo molto l’utilizzo della monotipia per esempio, perché può essere controllata solo in parte, introduce una casualità che spesso porta a risultati inaspettati. Per quanto riguarda le tecniche di stampa invece la mia preferita è la Risograph, perché permette di giocare molto con la sovrapposizione di colori e la sfumatura.

 

© Alessandro Cripsta

 

Qual è l’errore che un artista non dovrebbe mai commettere?
L’errore più grande credo sia aver paura di sbagliare.

Che rapporto hai con le tue opere? Le vendi senza problemi o fai fatica a staccarti?
Tendenzialmente non vendo originali ma solo stampe in edizioni più o meno limitate, proprio perché il mio metodo di lavoro include la colorazione digitale. Comunque in generale non mi affeziono ai disegni, spesso li regalo o comunque una volta finiti non li considero più molto. Cerco di vivere il presente, il passato non mi interessa troppo.

 

Per saperne di più su Alessandro Cripsta visitate il suo sito ufficiale, la sua pagina Facebook e il suo account Instagram.

© Alessandro Cripsta
Simone Stefanini

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Simone Stefanini

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