È tornato Blu! Stanno girando in queste ore – noi le abbiamo viste sulla pagina Facebook del Cheap Festival – le immagini del suo ultimo intervento, condite da una didascalia breve: “BLU | ottobre 2016 Bergamo | Italia, un tetto per tutti, #BLU #streetart #dirittoallacasa”.
Dentro troviamo, scrive Repubblica “umani, animali, anche dinosauri e persino frutti nel murale che Blu ha regalato agli abitanti del quartiere Celadina di Bergamo (…) tutti insieme per raccontare e rappresentare un nuovo modo di concepire i quartieri popolari“. L’opera è stata realizzata su un edificio Aler abbandonato da anni e ritorna su un tema caro a Blu, quello del diritto alla casa.
È un’opera spettacolare, come quelle cui ci ha abituato Blu, come quelle che aveva cancellato da Bologna nei mesi scorsi, quando il suo nome era associato alle polemiche sugli “strappi” e le mostre in cui la street art usciva dalle strade per finire nei musei (o nei caveau dei collezionisti…).
Nei mesi scorsi Emanuele Rosso, sempre a proposito delle polemiche sugli “strappi” aveva scritto su queste pagine: “Se c’è una cosa che Blu ci ha dimostrato, è che si può ancora comunicare qualcosa di forte attraverso l’arte, che l’arte può ancora essere davvero politica (perfino nel senso etimologico della parola), e che la cancellazione stessa è un gesto artistico, un gesto, che per come è giunto, sono certo che ci troveremo a studiare sui manuali di storia dell’arte tra qualche decennio. Quando il grigio di Blu ha più valore del blu Yves Klein, per dire.“. Speriamo che Un tetto per tutti non abbia bisogno di essere cancellato dal suo artista, che non ce ne sia mai bisogno.
Bergamo Report ha pubblicato anche un video che spiega meglio il senso dell’opera.
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