Visti i risultati, è comprensibile la riservatezza di Thomas Barbey circa i metodi che utilizza per creare le sue opere, alcune delle quali sono riprodotte nelle (troppo) piccole immagini qui di seguito. Stando a quel poco che ha svelato, tutto parte da varie fotografie realizzate con una macchina medio formato Mamiya RB-67 e con varie Canon AE-1, che lo accompagnano sempre nei suoi viaggi.
Ogni immagine viene prima “concettualizzata”, ispirandosi magari alle opere di Magritte, Escher e Roger Dean, quindi realizzata mescolando varie tecniche, tutte rigorosamente analogiche, per esempio lo sviluppo di più negativi in contemporanea, esposizioni multiple, collage, ritocco a mano e così via. L’opera risultante viene infine fotografata a sua volta per essere venduta a caro prezzo in stampe di lusso. E tanti saluti a Photoshop…
Via: Sweet Station
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