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Il Cirque du Soleil è in bancarotta: l’arte è caduta in una crisi nera

Il Covid-19 ha fatto centinaia di migliaia di vittime in tutto il mondo, e la sua corsa non sembra ancora finita. In Italia si fanno le prove generali per un’ipotetica Fase 3, ma giornalmente spuntano notizie di focolai e di regioni che ancora non sono riuscite a tornare sotto i livelli di guardia. Nel resto dl mondo, la situazione è fuori controllo in molti Stati americani (compresi gli USA) e non accenna a fermarsi.

Oltre ai pericoli per la salute, si rischia una recessione economica globale che potrebbe portare a scenari devastanti. Sono colpiti quasi tutti i settori, ma quello che ha avuto la mazzata più importante è il comparto dell’arte e dello spettacolo. Musica, cinema, teatro, danza e tutti i lavoratori connessi, sono fermi da ormai 5 mesi e non c’è ancora un piano di ripartenza. Solo nelle ultime due settimane hanno chiuso i battenti due locali di Milano, il Circolo Ohibò e il Serraglio, che vivevano di musica, tutti i concerti, i festival, gli spettacoli teatrali e l’opera, tutti i film in produzione sono fermi, e per le migliaia di persone coinvolte nella realizzazione degli spettacoli, non ci sono sicurezze né una rete di aiuti adeguata alla portata del problema.

È di oggi la notizia che un’istituzione in campo di spettacolo come il Cirque du Soleil, ha dichiarato bancarotta. Nella New York che ha spento le luci di Broadway, un’altra brutta notizia sul fronte dell’intrattenimento. La bancarotta serve al CdS per ristrutturare il proprio debito, diventato cospicuo durante la chiusura forzata imposta per arginare la pandemia di Covid-19, in modo da tornare quanto prima a divertire generazioni di tutto il mondo con i suoi spettacoli che lasciano tutti a bocca aperta.

Il Cirque du Soleil, a dirla tutta, si è affacciato alla pandemia in uno stato di salute non proprio eccellente, perché la società negli scorsi anni ha realizzato una serie di acquisizioni onerose, che hanno notevolmente ridotto il capitale. Durante questi mesi, il CdS ha dovuto sospendere 44 spettacoli in decine di città, lasciando a casa il 95% dei propri dipendenti, intorno alle cinque mila persone.

L’accordo proposto dalla società prevede un investimento di 300 milioni di dollari da parte degli investitori. In quel caso, il debito verrà cancellato e i creditori riceveranno il 45% della proprietà della nuova società. Un espediente per tenere in piedi la magia del circo del sole, fondato nel 1984 in Canada, che nella sua storia non si è mai servito di animali, ma ha elevato al massimo livello la teatralità dello show circense. Da parte nostra, possiamo sperare che dal 2021 si possa ripartire con tutte le attività artistiche, al momento proibite, per tornare a lavorare e stare bene.

Raffaele Portofino

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Raffaele Portofino
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