Mo Ganji è un artista iraniano che vive a Berlino, di cui abbiamo già parlato in un’occasione. Si occupa principalmente di tatuaggi minimalisti, costituiti da un’unica linea con poche aggiunte esterne in forma di punti o altre linee. Tutti i suoi tatuaggi rappresentano animali, oggetti, tratti umani: sono opere figurative. Questo rientra nella filosofia alla base del suo lavoro: troppo facile aggiungere di continuo, cercare il complesso, è più intrigante lavorare con mezzi limitati in direzione della semplicità. Si può provare a seguire l’origine e la fine di ogni disegno lungo la linea madre.
Questa concezione dell’arte nasce, per Mo Ganji, dalla propria visione della vita, che intende come tensione alla semplicità e all’onestà.
Uno stoicismo che potrebbe sembrare forzato e fuori luogo nel 2016, ma che nasce dall’esperienza. Infatti Mo Ganji ha lavorato per anni come manager di compagnie che si occupano di moda, ha viaggiato e ha visto da dove arrivano i vestiti con i quali lavorava. Di fronte alla coscienza dei crimini commessi ogni giorno contro agli operai che producono quei vestiti ha dovuto scegliere se gli importasse o no.
Mo afferma che se adesso fa tatuaggi è perché ha scelto di farci attenzione. Questo lavoro, a differenza del precedente, ha a che fare realmente con lui e con i valori che riconosce propri. Troppe persone, sostiene, lavorano e inseguono uno stipendio sicuro dando ad esso più importanza di tutto ciò in cui credono, ma “quello che ci definisce sono quei valori che non si possono acquistare”.
[via Colossal]
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