Attraversare una città a piedi, da confine a confine: si può fare. Soprattutto se quella città è Milano, che è metropoli nello spirito, nell’economia e nello slancio, ma in quanto a spazi e distanze rimane decisamente umana rispetto alle grandi città europee.
Presa la decisione, si trova il giorno, un 2 giugno vacanziero e in aria di ponte. Si viaggia in due: il sottoscritto e Gabriele Ferraresi, già colonna di questo sito. E si viaggia leggerissimi: niente zaini e niente macchine fotografiche, tutte le foto di Gabriele sono realizzate con smartphone, all’inizio con un po’ di titubanza, poi con crescente entusiasmo e spavalderia, fino ad arrivare a sconfinare quasi nello stalking.
Non resta che camminare, perché il percorso si fa da sé e la regola è una sola: sempre dritto, niente deviazioni. Non c’è un itinerario da costruire, solo una strada da seguire.
Si parte da Nord, dal confine tra Milano e Bresso, in mezzo ai prati e a poca distanza dal Campo Volo. La partenza è alle 8:12 del mattino da via Ornato.
E allora dopo Niguarda e il grande ospedale arrivano via Farini e Isola. Passata la stazione di Garibaldi, si passa per Moscova e si arriva presto in Brera. Piazza Duomo è lo snodo simbolico della traversata, da lì inizia la vera discesa verso Sud, che passa per Ticinese e prosegue lungo Corso San Gottardo e via Meda. Superato viale Cermenate, si ritorna in piena periferia: le strade si allargano, i palazzi si alzano. Anche il sole inizia a picchiare: sono circa le 13 e via dei Missaglia è uno stradone infinito che porta fino a Gratosoglio e alle torri bianche, che sembrano copiate e incollate da un panorama post-sovietico dell’est Europa.
Poco dopo, si trova il cartello che segna la fine della città. Sono le 13:12, cinque ore esatte di camminata per percorrere circa 15km. Una marcia tranquilla e regolare, senza mai uno strappo e senza mai una sosta, escluse quelle fisiologiche.
La traversata a piedi è un bel giro a piedi, ma è soprattutto la scusa per vedere davvero tante zone che normalmente si attraversano solo in macchina o peggio sotto l’asfalto all’interno del vagone di una metropolitana. È cogliere come il passaggio da periferia a centro e poi ancora periferia sia graduale, ma inesorabile, per quanto differente nella specificità tra Milano Nord e Milano Sud.
Questo è stato il primo percorso, arriveranno altre traversate.
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