Una condanna a 8 anni per aver abusato di un minore, la seconda, visto che in passato il procuratore sportivo Maurizio Giugliano, 59 anni, era già stato condannato a 4 anni e 6 mesi, tutti scontati. Il Pm Alberti aveva chiesto 14 anni di reclusione, ma la sentenza, spiega l’avvocato della famiglia del minore, Sara Marcella Testa: “È congrua”, e i genitori, nonché la stessa presunta vittima, “sono soddisfatti”.
E proprio l’avvocato Testa, in esclusiva, ha parlato con Dailybest di un caso difficile e spinoso, giunto dopo 4 anni alla prima sentenza. I fatti sarebbero accaduti quando la presunta vittima aveva 8 anni fino ai 12, ovvero dal 2009 al 2012. Giugliano non era solo un vicino di casa, bensì un amico dei genitori: le due famiglie si frequentavano, andavano in vacanza insieme e spesso la presunta vittima si recava a casa del procuratore a trovare il figlio di Giugliano.
La denuncia, le intercettazioni e l’arresto: caso Giugliano, parla l’avvocato Testa
L’avvocato Testa ha raccontato come è iniziata: “Il minore ha confessato alla madre, all’età di 17 anni, di aver subito degli abusi, e la donna si è poi confrontata con un’amica, anch’ella residente nello stesso complesso residenziale. Anche uno dei figli di questa donna ha ammesso di aver subito abusi dalla stessa persona: dopo una telefonata al Telefono Azzurro, sono stati chiamati dalla Questura ed è arrivata la prima denuncia. Le indagini sono state condotte con intercettazioni anche ambientali, con telecamere anche nella vettura, e il soggetto viene arrestato in fragranza di reato, mentre faceva delle avances ad un minore. Anche in questo caso c’è stato un processo, con la Seconda Corte di Cassazione che ha confermato la condanna di 4 anni e 6 mesi”.
Dopo la denuncia dell’assistito dell’avvocato Testa, si è scoperto che l’uomo avrebbe sfruttato il suo lavoro, ovvero procuratore ed osservatore di squadre di calcio giovanili: l’abuso, infatti, sarebbe avvenuto ai danni di un minore che giocava a calcio nell’orbita delle giovanili della Roma. Giugliano, come detto, è stato condannato a 8 anni, con interdizione perpetua dai pubblici uffici, interdizione dal ruolo di amministratore di sostegno, tutore e curatore.

L’avvocato Cesare Gai, come riporta il Corriere della Sera, difensore di Giugliano, ha spiegato che ricorreranno in appello ed ha dichiarato che: “I testimoni, senza volere, si sono auto condizionati”. L’avvocato Testa è di diverso avviso, difendendo il percorso giudiziario e le testimonianze delle presunte vittime: “L’avvocato della difesa è stato sempre un grande professionista in tutta la durata del procedimento. I testimoni hanno raccontato ciò che realmente hanno vissuto, in maniera oggettiva senza contraddirsi, quindi le testimonianze sono state precise e sulla base di quello che è stato reso all’interno del processo ci sono stati riscontri di quelle testimonianze che hanno poi determinato l’accertamento della responsabilità penale dell’imputato”.
L’assistito dell’avvocato Testa, come raccontato, ha rivelato tutto alla madre anni dopo le presunte violenze: 7 lunghi anni in cui il giovane ha dovuto fare i conti con un fardello enorme che ha condizionato, come rivelato dallo stesso avvocato, la sua vita. L’avvocato Testa ci ha raccontato come un avvocato può approcciarsi in questi casi alla presunta vittima e ad una confessione così dolorosa: “Bisogna stabilire un rapporto empatico, il minore deve sentirsi libero di raccontare ogni particolare dei fatti, ogni minimo dettaglio, senza vergognarsi, senza sentirsi giudicato”.