La prospettiva di regolarizzare abusi edilizi, anche recenti, genera inevitabilmente curiosità e discussioni, soprattutto quando si parla di tettoie, verande o piccoli ampliamenti. Il Parlamento si prepara a valutare un emendamento che potrebbe cambiare regole consolidate, aprendo una nuova finestra di condono edilizio nazionale.
I condoni edilizi possono offrire una soluzione concreta, permettendo di regolarizzare abusi minori e restituire ordine e sicurezza al patrimonio urbanistico. Attraverso i condoni edilizi si favorisce anche la scoperta di situazioni irregolari, garantendo maggiore trasparenza, legalità e valorizzazione degli immobili inseriti nel tessuto urbano.
La nuova sanatoria sta arrivando, condoni per tutti
La misura riprende in parte la struttura del provvedimento del 2003, ampliandola a livello nazionale e includendo abusi commessi fino a settembre 2025. Un intervento che, se approvato, consentirebbe di sanare opere rimaste sospese tra irregolarità e attese di regolarizzazione, con effetti immediati sul territorio.

Secondo le anticipazioni, l’elenco delle opere sanabili richiamerebbe l’Allegato 1 dell’articolo 32 della Legge 326/2003, ultimo condono edilizio realizzato in Italia. Tra le opere rientrerebbero tettoie, portici, pergolati e pensiline senza titolo, purché privi di nuova volumetria, oltre a balconi, logge e verande leggere.
Sarebbero condonabili anche ristrutturazioni interne ed esterne eseguite senza SCIA o permesso di costruire, purché non comportino incrementi volumetrici significativi. Rientrerebbero inoltre manutenzioni straordinarie abusive, come nuovi bagni, vani tecnici e modifiche interne, insieme a interventi di restauro e risanamento conservativo.
Il condono potrebbe includere piccoli ampliamenti entro soglia, ipotizzando limiti simili al 2003, pari al 30% o massimo 750 metri cubi. Sarebbero regolarizzabili anche opere conformi agli strumenti urbanistici, seppur realizzate senza titolo, con valutazioni postume in presenza di vincoli paesaggistici relativi.
Resterebbero invece escluse nuove costruzioni totalmente abusive, ampliamenti o sopraelevazioni che creano volumetria aggiuntiva oltre i limiti previsti dalla normativa vigente. Non sarebbero ammessi abusi in aree con vincolo assoluto, come paesaggistico integrale, idrogeologico, sismico o demaniale, né interventi strutturali invasivi.
Esclusi anche immobili su aree demaniali senza concessione e opere realizzate da soggetti con condanne penali rilevanti, come reati di mafia o riciclaggio. La sanatoria non sarebbe automatica, ogni Regione dovrà recepire la norma entro 60 giorni e i Comuni verificheranno caso per caso.
Il condono riguarderà solo opere ultimate entro settembre 2025 e nel rispetto dei limiti tecnici e volumetrici definiti dalla legge nazionale. Le domande presentate nei condoni precedenti e rimaste inevase dal 1985 in poi, potranno essere riesaminate, con nuove verifiche urbanistiche più precise.
L’emendamento sarà discusso durante l’esame parlamentare della legge di Bilancio, che dovrà concludersi entro dicembre 2025 con l’approvazione definitiva della nuova struttura legislativa. Le opposizioni hanno già manifestato dissenso, ma il confronto politico resta aperto e il futuro della sanatoria dipenderà dai compromessi raggiunti.
