Dicembre è un mese molto importante per milioni di pensionati italiani, perché l’assegno che arriva in questo periodo risulta sempre più alto del solito. Non si tratta soltanto della tredicesima, ma anche della rivalutazione annuale e dell’assenza di conguagli che rendono l’ultimo pagamento dell’anno a dir poco speciale.
Ogni anno, quindi, la pensione di dicembre è la più ricca attesa, grazie ad aumenti temporanei che vanno dalla tredicesima fino al bonus quattordicesima. A contribuire ulteriormente è anche l’assenza di trattenute, che comporta un assegno sempre in crescita, senza riduzioni o sorprese negative dell’ultimo minuto.
Arriva l’assegno più ricco di sempre
Il cedolino sarà disponibile dal 21 novembre sul portale INPS, mentre l’accredito arriverà il 1° dicembre, primo giorno bancabile del mese. Un appuntamento atteso che porta con sé non solo l’ordinario pagamento, ma anche bonus e trattamenti aggiuntivi che rendono l’importo più consistente.

La ragione principale di questo incremento “festivo” è la tredicesima, maturata mese dopo mese e restituita interamente a dicembre senza interessi. Chi ha iniziato a ricevere l’assegno nel 2025 avrà però una tredicesima più bassa, perché i mesi utili alla trattenuta sono stati inferiori.
La tredicesima è tassata dall’Irpef, ma resta esente dalle addizionali regionali e comunali, garantendo comunque un vantaggio al netto per i pensionati. Accanto a questa mensilità addizionale, per chi ha almeno 64 anni e reddito inferiore a 15.688 euro, spetta anche la cosiddetta quattordicesima.
L’importo della quattordicesima varia in base agli anni di contribuzione totali, oscillando quindi tra i 437 euro e i 655 euro totali. Per il 2025 è confermato inoltre il bonus da 154,94 euro destinato ai trattamenti minimi, un aiuto aggiuntivo per chi percepisce ancora meno.
La tredicesima, come tutti i trattamenti pensionistici, sarà soggetta anche alla rivalutazione annuale INPS, un aumento automatico legato al costo della vita. Il calcolo si basa sull’inflazione misurata durante l’anno precedente e per il 2025 l’Inps ha stimato un rialzo pari allo 0,8%.
La rivalutazione cambia ogni anno in base all’inflazione e nel 2026 si baserà sui dati del 2025 ancora non ufficializzati. Secondo le stime, il tasso dovrebbe essere più alto rispetto al 2025, attestandosi tra l’1,4% e il 2%.
Non tutti riceveranno però la rivalutazione per intero, perché chi percepisce trattamenti molto alti vedrà ridotta la percentuale di incremento a favore. In termini pratici, una pensione da 1.000 euro otterrà circa 8 euro in più, mentre una da 2.000 euro, circa 16 e via salendo
A dicembre, inoltre, non sono previsti conguagli di perequazione, perché l’indice provvisorio è stato applicato in maniera ormai definitiva. Questo significa che l’assegno dell’ultimo mese dell’anno non potrà che crescere, confermando dicembre come il mese più atteso da tutti pensionati.
