Vai al bar, ordini una bella bibita, ti distrai un attimo e qualche nerd ti ci infila un insetto. Nulla di più odioso. Ma almeno in questo caso lo vedi, ti astieni dal gustarti i tuoi 33 cl, scopri chi è il colpevole e, di nascosto, gli carichi la pizza di peperoncino.
Ma se è una multinazionale a farlo? E se lo fa in modo da non essere scoperta? Nessuna vendetta liberatoria e nessuna consapevolezza in questo caso. Ti bevi la tua bibita e zitto.
E’ quanto succede con il Dactylopius coccus, bestiola dalla quale viene estratto il rosso cocciniglia o semplicemente cocciniglia, ammesso come colorante alimentare, ma camuffato negli ingredienti sotto le sigle E120 e E124 perché nessuno assumerebbe con gioia un elisir di insetto. Da decenni esso è però presente nei ostri cibi e non solo: si trova infatti nei vini e nei succhi rossi, nelle caramelle, ma anche nei cosmetici.
Tra i marchi che usavano il Dactylopius coccus c’era anche Starbucks, finito recentemente nel mirino dei vegetariani per averlo sfruttato come colorante per il “frappuccino”, dichiarando la bevanda – e qui sta la frode – veg* free.
Se siete veg* state attenti anche alle birre, soggette a mix con colla di pesce: incriminata la Guinness, via libera per la nostra birra col baffo. Qui un sito che vi aiuta a sceglier tra gli alcolici quelli privi di ingredienti di provenienza animale.
Silvia Toffanin sotto accusa dopo l'ultima puntata di Verissimo, la conduttrice probabilmente non si sarebbe…
Il Ministero della Pubblica Amministrazione ha appena annunciato un importante piano di immissioni in ruolo…
Il mal di schiena è uno dei disturbi più comuni e spesso viene attribuito a…
Un pomeriggio televisivo iniziato con un omaggio si è trasformato in un momento di profonda…
La nuova stagione di Uomini e donne, in tv, prenderà il via su canale 5…
La serata del 18 settembre su Rai Uno ha visto un nuovo episodio di Affari…