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Non è mai troppo tardi per gustarsi con gli occhi la pizza più lunga del mondo

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Ma quanto ci piace la pizza? Tantissimo. Per noi è molto più di uno dei simboli dell’Italia, dovrebbe essere il simbolo del pianeta Terra in un’eventuale avventura spaziale, per portare in caso di incontri con altre civiltà del cosmo ben alto il vessillo della pizza. Come mai? Perché probabilmente la pizza è la cosa migliore che noi umani abbiamo mai inventato. Per questo motivo quando abbiamo visto questa pizza di 2 km, fatta a Napoli, siamo stati felicissimi.

L’evento organizzato da Napoli Pizza Village si è tenuto la scorsa domenica sul lungomare Caracciolo di Napoli, dove 250 pizzaioli da tutto il mondo hanno impastato, farcito e infornato la pizza più lunga del mondo (quasi due chilometri) entrando così nel Guinness World Record. Hanno fatto bene: bravi.

Del resto cosa c’è di meglio della pizza? Forse il sesso. Ma si sa, la pizza ha molto in comune con il sesso: quando è buona, è davvero buona, quando è cattiva, è comunque soddisfacente.

 

 

La pizza è qualcosa di cui tutti andiamo giustamente molto fieri e ogni occasione è buona per mostrarlo anche al resto del mondo, e non vediamo l’ora di mostrarlo anche ad altre civiltà aliene. Tutti provano ad imitarci ma i risultati sono spesso fallimentari, date un’occhiata ad esempio a questa galleria dell’orrore dei pizzaioli americani. Da qualche tempo inoltre gira la notizia che la pizza diventerà patrimonio dell’UNESCO, o meglio, la candidatura esatta nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’umanità Unesco sarà “L’arte dei pizzaiuoli napoletani”.

Ma scopriamo come hanno fatto questi maghi della pizza lunga 1853 metri a battere il precedente record stabilito ad Expo Milano 2015 con 1595 metri. Innanzitutto gli ingredienti: duemila chili di farina e fiordilatte, una tonnellata e mezzo di pomodoro, trenta chili di basilico fresco e duecento di litri d’olio. Tutti però rigorosamente a chilometro zero.

Se poi vi state chiedendo com’è stato possibile cuocere una pizza del genere, ve lo diciamo noi: con ben 5 forni a legna, ognuno dedicato a un continente, mossi da un motore elettrico. Tempi di preparazione? Più di un’ora per impastare e farcire, poi quattro ore per cuocere l’impasto con gli speciali forni mobili, per un totale quindi di quasi sei ore in tutto. Una volta cotta, la pizza è stata offerta ai presenti e la sera distribuita ai bisognosi senzatetto dall’associazione Camper Onlus, della Croce Rossa Italiana, e della Comunità di Sant’Egidio.

[via mentalfloss]

Ornella Cigno

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