Mentre leggevo Il terzo occhio, il primo volume dell’avventura con protagonista Hosuke Sharaku e pubblicata in questi giorni da J-Pop nel novero della cosiddetta Osamushi Collection, un pensiero, a più riprese, mi è baluginato in testa. Ma come diavolo ha fatto, a suo tempo, Osamu Tezuka a essere un autore tanto variabile, cangiante e molteplice, eppure, al tempo stesso perfettamente coerente con se stesso. La domanda è abbastanza lecita specie davanti a un manga come questo, con protagonista un ragazzino geniale e folle contraddistinto, giustappunto, dal terzo occhio che troneggia in mezzo alla fronte. Se vi dovessi dire di che genere di opera si tratta, se è un racconto di battaglie, oppure una storia di investigazione oppure ancora un fumetto destinato ai più piccoli vi direi: sì, sì e ancora sì ma anche no. Nel senso che Tezuka è talmente ricco di contenuti, rimandi e echi da contenere dentro di sé tutto e il contrario di tutto. E questo Il Terzo Occhio è forse uno degli esempi migliori, in tal senso, della sua produzione.
A impressionare in questo fumetto degli anni Settanta, oltre al tratto caratteristico di Tezuka, c’è anche e soprattutto il ritmo incalzante. Nonostante, come ricordato prima, sia un manga che ormai ha sulle sue spalle un bel numero di anni, non pare invecchiato di un giorno! Certo, in determinati momenti, specialmente per il tono, come dire, molto “leggero” nell’affrontare certe tematiche a livello sessuale/erotico il segno dei tempi lo si sente, ma è praticamente l’unico momento in cui si avverte questo scarto. Hosuke Sharaku infatti, per la sua libertà totale-tombale, sembra uscito fuori da una qualche sketch da zoomer-comedy. Tutto è assurdo, rapidissimo e sopra le righe: una vera e propria goduria per gli occhi, acuita da un segno marcatissmo e divertito che rende ogni tipo di espressione da vedere e rivedere.
Ecco perché Il Terzo Occhio è, sul serio, quello che si potrebbe definire una storia per lettrici e lettori dai 6 ai novantanove anni: per ogni età della vita Tezuka ci dona un’emozione, una nota assonante e un momento da ricordare. Raramente, anche grazie alla bellissima edizione firmata di J-Pop, potete, con un singolo volume (anche se il consiglio è di collezionarli tutti) avere “in tasca” le chiavi di così tanti mondi, tempi e spazi differenti. Con anche un gusto vagamente da horror anni Settanta che la più classica delle ciliegine sopra le torte.
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