Tratto dal manga di Yukinobu Tatsu, il primo episodio dell’anime di DanDaDan è follemente perfetto.
Corpi che si tendono fino a quasi a spezzarsi, velocità supersonica che fa tremare la terra e taglia l’aria in due, visi che si distorcono dalla fatica e dal dolore e in tutto questo un mare di follia e pop-culture che tracima in ogni dove: questo è DanDaDan, maga di di Yukinobu Tatsu di cui in tempi non sospetti vi avevo parlato. Ed ora che l’anime è, finalmente, disponibile mi sono fiondato a vederlo e sono impazzito, ancora una volta, di fronte a una costruzione che rappresenta, a mio modesto avviso, tutto quello che di contemporaneo e fresco c’è in un certo tipo di narrazione nipponica. Se poi ci aggiungete l’animazione di Science Saru il gioco è fatto.
Tutto in questo primo episodio, proprio come il manga/più ancora che il manga, marcia a duemila all’ora. Non si fa in tempo a conoscere i protagonisti che già li si vede, in particolar modo Momo Ayase, alle prese con quelle pose impossibili di cui vi ho parlato all’inizio. In quest’opera i corpi e la descrizione di essi sono centrali, sia nella parte più smaccatamente di fan-service (le ragazze e i ragazzi protagonisti sono, tutti quanti, dei bellissimi tipi, spesso e volentieri con pochi abiti addosso) sia, anzi ancora di più, nella parte più mostruosa e bizzarra, visto che, in fin dei conti, qui si parla soprattutto di spiriti, alieni e situazioni surreali. Ma è proprio questa mancanza di regole a divenire la regola nell’anime, che grazie a una perfetta realizzazione dal punto di vista delle animazioni, fa esplodere i movimenti, le corse e, ancora una volta, le pose, che nel manga potevamo immaginarci. E il tutto non può che provocare grande aiuto.
Tuttavia, al netto di buonissime sensazioni in merito, non mi sarei aspettato che sul lato della follia e delle scene “completamente fuori di testa” si spingesse tanto già in sede di primo episodio. E non mi sto riferendo solo all’iconica, ormai, scena della prima corsa della Turbononna, bensì durante le fasi finali dello scontro con i Serpo che, a mio modesto avviso, riescono a raggiungere già uno dei picchi dell’animazione degli ultimi anni, soprattutto se si pensa all’animazione seriale. Metteteci poi quell’opening che ti si installa nella testa che è “Otonoke” dei Creepy Nuts (già autori dell’op di Mashle – e tutto torna) e il resto è fatto. Un primo episodio così vale già, quasi, il prezzo della serie completa. L’anime è ora disponibile su Cruncyroll e Netflix (ed è stato annunciato su ANiME Generation.
Nel mare di rimedi casalinghi che circolano sul web, tra bufale e idee balzane, ogni…
A pochi mesi dalle elezioni regionali, il quadro politico in diverse regioni italiane appare ancora…
La pasta è probabilmente il genere di pasto preferito dalla maggior parte degli italiani. Non…
Questi insetti, originari dell’Asia orientale, si sono adattati rapidamente al nostro clima e rappresentano una…
C'è un dettaglio che potrebbe sfuggire ai più, ma che per il Fisco suona quanto…
Negli ultimi anni ha conquistato il cuore di migliaia di italiani. Questa destinazione da sogno,…