Come fare a non adorarlo
Stray, sviluppato da Annapurna, è un perfetto simulatore di gatto immerso in un mondo cyberpunk.
Stray, il nuovo titolo sviluppato da Annapurna, con protagonista un simpatico gatto rosso immerso in mondo cyberpunk nel quale, almeno apparentemente, la vita umana è scomparsa, mi ha davvero conquistato. Nonostante la semplicità di fondo, o forse proprio per questo motivo, il “simulatore di gatto” ha fatto breccia nel cuore di molte giocatrici e giocatori. La ricetta è semplice: saremo chiamati a vestire i panni, giustappunto, di un micino che, attraverso il superamento di livelli, più o meno palesi, costruiti come puzzle-platform ci faranno avanzare attraverso una storia raccontata in modo silenzioso sì ma non superficiale.
Proprio lo stile, oltre che la direzione artistica, è il fiore all’occhiello di Stray. Il titolo, infatti, ha uno stile assolutamente personale, nel quale i movimenti del gatto sono stati ricostruiti in modo davvero ottimo dal team di Annapurna e dove ogni tipo di movimento che faremo avrà una corrispondenza in un determinato imput e vibrazione sul nostro controller DualSense: per questo il consiglio è, se avete l’opportunità, di giocarlo su PlayStation 5. Sicuramente l’esperienza avrà una maggiore forza se provata su console.
Oltre al divertimento di scovare tutta una serie di trofei nascosti pensati con grande intuito, come quello ottenibile attraverso “cento miagolii” (sì, c’è un tasto dedicato proprio a miagolare) la difficoltà si attesta su un livello medio-basso: potrete trovare difficoltà, sempre comunque relative, solo in determinati momenti e sto parlando delle fughe precipitose. Ecco, in queste occasioni, non potendo, diciamo così, effettuare manovre offensive, potremo solo scappare. Alle volte, ma solo in poche circostanze, la scelta di sfruttare un gameplay minimale porta a un pool di opzioni molto risicato per il videogiocatore: determinati livelli “si possono superare” solo in quello specifico modo.
Al netto di questo, comunque, la progressione è davvero molto piacevole e, come ricordato in precedenza, la narrazione è trattata con garbo, facendoci scoprire un mondo solo all’apparenza così diverso dal nostro. Anche l’impatto estetico si attesta su buoni livelli anche se, sinceramente, ho poco compreso il non inserimento di una photo-mode: il gattino è talmente bello e gli scenari talmente suggestivi che, ne sono certo, nel caso di un’introduzione di una modalità fotografica magari ina una futura patch, riempiremo i nostri “rullini digitali” di decine e decine di scatti al simpatico micino rosso.
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