La signora di Villa Vulcano
Villa Volcano di Elden Ring mi ha fatto venire in mente uno dei pezzi più belli di Bar Mediterraneo dei Nu Genea.
Che Villa Volcano sia una delle aree più ricche di fascino e sintomatico mistero di Elden Ring non lo scopro certo oggi. Eppure mentre, per l’ennesima volta in questi mesi, stavo esplorando le aree dell’Interregno mi sono messo a pensare quanto, dannatamente, bene ci stia come “sottofondo” per questa zona uno dei pezzi più fighi del nuovo disco dei Nu Guinea Bar Mediterraneo. Mi sto riferendo a Vesuvio per ovvie ragioni.
Villa Volcano, il maniero teatro della più sanguinosa battaglia della guerra della Frammentazione, è infatti letteralmente circondata dalla lava. Situata infatti sulla sommità di un grande cratere occultato alla vista da un’enorme catena montuosa (il Monte Gelmir), Villa Volcano non ama troppo mostrarsi agli occhi altrui: un po’ come fa, del resto, il suo re, Pretore Rykard, Signore della Blasfemia. Egli infatti manovra nell’ombra i suoi soldati rettiliformi lasciando, all’apparenza, l’incarico di gestione della Villa a Lady Tanith, ex danzatrice e ora signora di Villa Volcano. Sarà infatti lei, nel caso volessimo proseguire la quest, a darci le missioni da compiere per raggiungere, come premio finale, proprio l’udienza, diciamo così, con lo stesso Rykard.
Ecco allora che qui si innesta, termine scelto non a caso, in maniera incredibilmente perfetta la canzone dei Nu Genea. Vesuvio è uno dei pezzi più interessanti del loro nuovo disco anche se, propriamente, non è una canzone “loro” dato che si tratta di una sorta di rivisitazione di uno storico pezzo degli ‘E Zezi, gruppo folk napoletano (e già coverizzato nel 1997 dai 24 Grana). Leggendo però il testo di questa versione non trovate che in modo superlativo “rimi” con una delle aree segrete di Elden Ring?
Sî monte, sì, ma monte
‘E na jastemmaSî ‘a morte, sì, na morte
Ca po tremma
Muntagna fatta ‘e lava
‘E ciento vie
Tu tiene ‘mmano a te
‘Sta vita mia
Si fumme o si nun fumme
Faje rummore
‘O fuoco ca te puorte
Dint’ô core
Ora non è dato sa sapersi se il Pretore Rykard ami o meno il folk napoletano ma quello che è certo è che le cose belle, assieme, suonino sempre meglio!
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