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Audrey. La ragazza con gli occhi da cerbiatto: le Metamorfosi di Tiffany

Con Audrey. La ragazza con gli occhi da cerbiatto Jean-Luc Cornette e Agnese Innocente realizzano una biografia a fumetti, con tanta poesia e zero sconti, di Audrey Hepburn.

La copertina di Audrey. La ragazza con gli occhi da cerbiatto

Quando mi sono approcciato a Audrey. La ragazza con gli occhi da cerbiatto di Jean-Luc Cornette  e Agnese Innocente, pubblicato a Il Castoro, mi aspettavo, in buona sostanza due cose: ovvero una storia godibile e un poco avventurosa di una delle icone più celebrate di Hollywood e dall’altro potermi perdere nei disegni di Innocente che, fin dalle prime immagini e dalla copertina, sembrava avere realizzato in stato di grazia. Non dite “nel suo prime” perché facciamo un torto all’arte del disegno, ve prego. Ecco, dopo aver terminato la lettura di questo libro sono stato, al tempo stesso, smentito e confermato. Smentito perché grazie alla sapiente mano di Cornette la biografia di Audrey Hepburn rifugge a qualsiasi tipo di mitizzazione o di ritratto dorato della protagonista di Colazione da Tiffany e Vacanze Romane conservando però tutta la magia e lo status di icona della diva hollywoodiana. Si tratta di un gioco di sceneggiatura che mantiene intatta l’armonia, dosando bene i pesi delle scene più drammatiche, come lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale o l’abbandono “forzato” del padre dal tetto domestico, ma anche attimi più leggeri, quando vediamo una giovane Audrey scoprire la meraviglia di cavalcare un pony, ballare la danza classica o, perché no, recitare in un film (tutto con un alone “disneyano” che i disegni di Innocenti riescono a evocare in modo perfetto).

Il famoso tocco “disneyano” di Audrey

A metà strada, perciò, tra favola e vita scivola la vicenda biografica di Audrey, una persona, ancora prima che un’artista, perennemente in movimento, alimentata da un piglio e da una forza d’animo rara, che la porta non soltanto a intessere tante relazioni di reciproca stima e affetto con il gotha dei registi e degli sceneggiatori di Hollywood, ma anche di amare intensamente la vita e gli uomini, nonostante i momenti anche molto luttuosi che caratterizzano la sua vita. Lei è come se fosse sospesa tra la persona “in carne e ossa” che è e la piccola donna-cerbiatta protagonista di una fiaba antica, tra i bisogni terreni, le responsabilità e anche le convenzioni sociali e le pulsioni più spirituali e ideali, come essere felici, potersi realizzare e vivere, ancora una volta, la propria fiaba senza se e senza ma.

Una Audrey più adulta decide di lavorare con Unicef

A mio avviso è ottima la scelta di “non interrompere” la storia di Audrey quando il suo mito pubblico e cinematografico si adombra ma vediamo le sue vicende fino all’ultimo. Ecco perché c’è grande spazio, ad esempio, per quanto concerne l’impegno umanitario e di beneficenza della stessa attrice hollywoodiana, con grande attenzione in particolare verso quello rivolto alle bambine e bambini. Amori, viaggi, film, lutti, grandi amori e grandi tradimenti: la vita di Audrey Hepburn è costellata da tutta questa galassia di stelle cangianti ma comunque lei ha sempre splenduto con i suoi grandi occhi da cerbiatta. Occhi da cerbiatta che, fin da quando è nata, ha aperto sognanti e magnetici verso il mondo, risultando “la più incantevole ragazza della stanza” quasi sempre ma anche dovendo subire, da un certo punto di vista, tutto il peso di questa sua, vera o presunta, perfezione. Non poteva cadere Audrey perché lei era una creatura divina, la protagonista di una fiaba: e le fiabe si sa, non solo non esistono ma non possono mai essere, veramente, a lieto non fine.

L’eleganza inarrivabile di Audrey

Cornette e Innocente lavorano insomma alla grande su un libro che definire la “strenna ideale” è dire poco: ho dovuto, vi confesso, dovermelo un po’ contendere con mia madre che, a causa della solita “visita dai genitori” si è davvero emozionato mentre lo sfogliava. Perché questo è il libro de Il Castoro: un libro-talismano, un libro che ha un fascino magico grazie alla sua protagonista, creatura divina e persona ferita, un’eroina degna de Le Metamorfosi di Ovidio, solo che invece di essere nell’universo ellenico-romano siamo da Tiffany a New York. Ma sempre di dee si parla, in fondo, no?

È impossibile cancellare la tua eleganza. 

 

Mattia Nesto

Fa che la morte mia, Signor, la sia comò 'l score de un fiume in t'el mar grando

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