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Dove nasce l’orrore: dentro l’apparato umano di Junji Ito

J-Pop Manga pubblica Dove nasce l’orrore, un volume d’eccezione per scoprire la “macchina creativa” di Junji Ito.

La magnifica copertina di Dove nasce l’orrore

Leggere Dove nasce l’orrore di Junji Ito, pubblicato in Italia in una, eccezionale, versione da J-Pop Manga (anche dal punto di vista della cartotecnica), è qualcosa di fuori dall’ordinario per almeno tre ragioni, tre ragioni che saranno anche il cuore di questo mio pezzo che, come presto vi accorgerete, non ha la pretesa di essere, in qualche misura, una recensione dell’opera stessa.  Almeno a mio giudizio non c’è assolutamente alcun dubbio o tentennamento nel sottolineare non solo la bontà, ma anche e soprattutto l’assoluta importanza di questa novità editoriale. Piuttosto questo articolo, e conseguentemente i tre motivi di cui sopra, avranno l’intenzione e lo scopo di farvi capire i perché sia tanto fuori dall’ordinario. Ma partiamo con il primo. Innanzi tutto leggendo le varie chicche provenienti dal suo archivio personale si possono scoprire tantissime cose curiose del processo creativo del mangaka che, ancora una volta, un po’ lungi dalle sue creazioni in realtà pare rivelarsi come una persona molto “risolta”, stabile e perfino serena e allegra, appunto in controtendenza con le sue produzioni artistiche.

Tuttavia al netto di questa, diciamo così, inclinazione personale in Dove nasce l’orrore emerge anche il faticoso lavoro dell’artista nel creare le proprie protagoniste e protagonisti. Il mangaka, infatti, sa bene che non può permettersi di sbagliare il personaggio principale perché, almeno nelle sue opere, questa figura ha un peso specifico fuori dal comune.

 

Ecco quindi il grande lavoro, molto probante, nell’offrire alle lettrici e ai lettori delle sue storie una, magari lenta ma costante, evoluzione delle sue protagoniste e protagonisti così come quello di mostrare, anche e soprattutto, le zone d’ombra di queste figure letterarie, senza fare sconti sui difetti e sulle carenze dei caratteri delle stesse e degli stessi.

Ma forse la cosa più sconvolgente e strabiliante di questo volume è quella che si potrebbe definire benissimo come “lezione dell’horror” che Junji Ito ci consegna in queste pagine. Attraverso l’analisi di un film come Lo squalo il mangaka giapponese ci fornisce la sua ricetta, anzi formula, di cosa sia, quali regole debba rispettare e quali istante debba presentare una storia horror. E fidatevi: è qualcosa da masterclass di letteratura. Ecco perché Dove nasce l’orrore è tanto bello da far spavento. 

 

Mattia Nesto

Fa che la morte mia, Signor, la sia comò 'l score de un fiume in t'el mar grando

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