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#DRCL midnight children: bello da morire

#DRCL midnight children, la nuova opera di Shin’ichi Sakamoto è un’ode alla bellezza, all’horror e all’elemento gotico e perturbante nelle nostre vite.

La copertina del primo volume di #DRCL

Sfogliare le prime pagine di #DRCL midnight children, la nuova opera di Shin’ichi Sakamoto, pubblicata da J-Pop anche in una bellissima variant (con la copertina realizzata dal prode Simone di Meo), è un’esperienza sconvolgente perché, nonostante la materia “originale” sia il romanzo di Bram Stoker, forse l’opera più citata, ripresa, riletta e rifatta della storia della pop-culture, questo manga, con un sapiente dosaggio degli elementi più iconici e con novità molto interessanti, riesce a donarci la sensazione di scoperta tavola dopo tavola. Partiamo, innanzi tutto, da un dato di fatto: da un punto di vista meramente tecnico, Shin’ichi Sakamoto è uno dei mangaka più dotati non solo della sua generazione ma anche di tutti i tempi. Dopo il suo lavoro, incredibile, in serie come The Climber e Innocent, infatti, Sakamoto qui approda a uno stile che mescola con bravura inarrivabile un fotorealismo praticamente perfetto con “inquadrature” folli e un’atmosfera dark, gotica e horror da perdere la testa.

A più riprese, infatti, anche semplicemente sfogliando le pagine di #DRCL sono rimasto per minuti e minuti, quasi inebetito, ad ammirare una determinata scena, un tratteggio di una capigliatura oppure una “posa anatomica” di un corpo. Infatti in quest’opera, soprattutto, lo studio dei corpi (ed anche delle capigliature, esattamente come in Innocent) sono centrali: l’estetica è  viatico essenziale per la narrazione. Non si può “capire” questo manga senza seguirne la propria estetica, che prende a piene mani dall’Ottocento inglese e dalla società vittoriana in genere per poi esplodere in vertici, assoluti, di body-horror che faranno, ne sono sicuro, impazzire le lettrici e i lettori di tutto il mondo. Se dal punto di vista dei personaggi il “party” formato da giovani rampolli dell’alta società anglosassone sembra essere descritto tramite una “divisione dei caratteri” abbastanza classica (quasi come se fosse, appunto, un party da gioco di ruolo online, quindi con un paladino, un “mago”, un curatore/support etc) è Mina Murray, l’unica studentessa presente nella prestigiosa scuola, a catturare maggiormente gli interessi. Lei non solo è una ragazza molto dotata e abile nello studio, in cui si impegna con costanza e dedizione, ma è anche un’appassionata del nascente catch wrestling, “utilizzato”, diciamo così, come  strumento di autoaffermazione personale e parità di genere. Mettere al tappeto un omone che supera per stazza e forza la giovane studentessa significa per Mina battersi utilizzando le regole di ingaggio dello sport, quindi in una singolar tenzone assolutamente regolare e dove non conta la violenza ma l’abilità fisica (ed anche intellettiva).

Tuttavia su tutto, ma proprio su tutto, domina un’atmosfera dark e umbratile che Shin’ichi Sakamoto riesce a tratteggiare con ombre e chiaroscuri di rara bellezza. L’incipit del manga, che come ogni storia di Dracula che si rispetti (o quasi!) è ambientato a bordo di una nave mercantile, è da masterclass del fumetto: si assiste infatti, con una certa compiaciuta lentezza che mano mano accelera, ad un crescere di tensione nello scoprire che cosa stia veramente accadendo a bordo con “determinate presenze” talmente inquietanti e belle al tempo stesso da farti provare paura e attrazione insieme. Nonostante un solo volume, insomma, #DRCL è già un manga non solo da tenere d’occhio ma da seguire con grande fiducia, senza dimenticare poi che quell’elemento, per così dire, di sensualità/sessualità malata e perversa nelle mani del mangaka di Innocent riesce a diventare una nota poetica e sublime (basti solo citare come viene proposto qui il personaggio di Renfield). Nonostante il ricorso, ormai costante, al digitale, in queste e nelle altre pagine di Sakamoto brilla la più splendente e oscura delle umanità: gettate anche voi in questo gorgo sensuale e fatale.

 

Mattia Nesto

Fa che la morte mia, Signor, la sia comò 'l score de un fiume in t'el mar grando

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