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Orfani è il fumetto perfetto anche per chi non legge i fumetti

[tutte le immagini © Sergio Bonelli Editore]

Quando ho avuto l’occasione di intervistare Roberto Recchioni, avrei voluto parlare più approfonditamente di Orfani, il fumetto creato da lui e da Emiliano Mammucari per la Sergio Bonelli Editore, ma, senza tanti giri di parole, non l’avevo ancora letto. Avevo preso il primo numero ma poi non avevo continuato, dando la colpa alla fantascienza che non è proprio il mio pane.

Gli ho dato una seconda chance meno di un mese fa, comprando tutti e quattro i volumoni dell’edizione Bao Publishing e ne sono rimasto folgorato. Mi son sentito come quelli che non volevano vedere la prima puntata di Game of Thrones perché odiavano il fantasy e oggi parlano correttamente il valyriano e il dialetto dothraki.

Il punto però è: a cosa serve una recensione quasi due anni dopo? Di certo non ai fedeli lettori, che ormai sono arrivati quasi alla fine della seconda stagione, quella che si occupa di Ringo. Potrebbe però essere utile ai molti che i fumetti non li leggono per lo stesso identico motivo secondo il quale, prima di Game of Thrones, parlare di fantasy con una ragazza avrebbe annientato le tue possibilità di darle un bacio e ora invece può essere un punto di partenza per scopare.

Orfani potrebbe, in sostanza, diventare il primo fumetto al quale vi appassionate. Il motivo? Semplice, è strutturato come una serie tv. Il futuro distopico, gli alieni, le guerre stellari, il mondo in rovina eccetera, sono temi usati e abusati, ma basta cambiarne l’ambientazione che tutto diventa nuovo. Non più New York, fulcro delle centinaia di film hollywoodiani in materia, ma l’Europa del sud, la Spagna, l’Italia. La gente in strada che fa la rivoluzione non sembra voglia combattere l’invasore spaziale ma il sistema, il governo, e il gancio con l’attualità di questi giorni è quasi profetico.

Dunque, andiamo con ordine: un attacco alieno ha distrutto buona parte della Terra, un manipolo di ragazzini senza famiglia viene preso e addestrato da un generale senza scrupoli e da una sociologa avvezza alla manipolazione delle masse. I più preparati sono un gruppo di adolescenti, formati da Jonas, Juno, Felix, Ringo, Sam e Hector. Non vi sto a dire chi di loro sopravviverà, ma ci saranno morti eccellenti, proprio quando vi stavate innamorando di loro.

Il piano narrativo è sempre doppio: si vedono flashback degli anni di addestramento militare (che fa da pretesto per spiegare i legami tra i protagonisti) e poi il narrato contemporaneo, in cui si notano chiaramente gli sviluppi dei personaggi e delle loro dinamiche. C’è l’amore, anche fisico, ci sono i tradimenti e le gelosie, tanta violenza, così tanta che i pochi episodi di tenerezza diventano enormi. Cinque persone che credono di combattere per salvare il mondo, unite da un’amicizia che è tanto forte quanto fragile, sempre sul punto di rompersi.  Ci sono le astronavi e gli extraterrestri, le città devastate e i terroristi, ma tutto potrebbe essere il contrario di tutto. Più volte durante la lettura mi sono chiesto: ma sto dalla parte dei buoni o no?

Gli albi (o i volumoni) sono tutti a colori, disegnati benissimo da un team di disegnatori e coloristi coi controattributi, tra cui oltre a Mammucari, Bignamini, Cavenago, Dall’Oglio, Dell’Edera, Maresca e Gianfelice, oltre al copertinista Massimo Carnevale. C’è il giusto mix di azione e di emotività, quando arrivano i momenti in cui si vedono i ragazzi prima della perdita dell’innocenza, c’è da commuoversi.  Ne è stato fatto anche un motion comic su Rai 4, segno che il paragone con una serie tv regge.

Perché, se come me fai la maratona e li leggi tutti di fila, rischi di non dormire pur di finirla. Perché essendo una narrazione corale, in ogni episodio scopri un po’ di più di ogni personaggio e scatta l’empatia. Per Ringo e i suoi modi da ribelle, per la piccola Sam, che crescendo diventa sexy e letale, per la bella Juno e la sua voglia di vendetta, per Jonas che si deve accollare tutte le responsabilità. Per una guerra da combattere senza sapere contro chi. Per i colpi di scena che cambiano radicalmente lo scenario e le alleanze. Per le storie d’amore che durano per sempre anche quando finiscono.

Recchioni e Mammucari, novelli George R.R., si divertono a farvi appassionare ad una squadra per poi sgretolarla davanti ai vostri occhi. Voglio rimanere volutamente vago sulla trama perché spero che alcuni di voi, che ancora reputano il fumetto di genere una cosa per sfigati (in netto contrasto con la graphic novel d’autore che invece è il passaporto per la figaggine in società), rimangano  stupiti nel constatare di aver finito una serie Bonelli e di volerne di più, e di non voler aspettare la pausa tra una stagione e l’altra, proprio come capita con le vostre serie tv preferite. Un po’ Stand By Me, un po’ Last of Us, un po’ Il Signore delle Mosche e trovare questi riferimenti nella fantascienza è cosa rara, almeno per me.

 

Ora un solo dilemma: essendo già a ròta, che faccio per la seconda stagione? Compro tutti gli episodi della Bonelli o aspetto l’uscita dei volumoni Bao?

Simone Stefanini

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Simone Stefanini

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