La casa del nonno ha un odore che non avevo mai sentito, ma mi piace. Sento la sua mano chiusa sulla mia piccina così grande, calda e ruvida e mi lascio guidare ancora assonnata e ciondolante. Nonno fa cenno verso le scale con la testa:“Vuoi che ti prenda in braccio?”
“Mamma dice che sono troppo grande e che non posso farmi prendere più in braccio”
“Ma tu vuoi essere presa in braccio?”
Senza accorgermene sono con i piedi in aria e questa volta ho il naso pieno dell’odore del nonno: sa di terra, sudore e sole. Mentre saliamo le scale vedo foto che sfilano sulla parete, ma non riconosco nessuno.“Hai foto di mamma da piccola?”Si ferma all’improvviso a metà scala. “Certo”. Si volta verso la parete: una bambina bionda che non ho mai visto, ma che conosco, nella foto si arrampica su un albero, nel viso una smorfia di concentrazione. Allungo una mano fino a toccarla.
“Era una peste”.
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