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Versus, tuttigusti + 1

Un trittico composto da One, bose e Kyotarou Azuma per Versus, nuovo manga pubblicato da Star Comics. Nomi importanti per un’avventura che vive di cliché (ma non è detto sia un male).

La copertina del primo volume di Versus

Tra le novità più “croccanti”, anche in termini di eventi pubblici, di Lucca Comics 2024 c’è stato Versus, nuova opera pubblicata da Star Comics e realizzata dalla “sacra trimurti” composta One, bose e Kyotarou Azuma (autore, tra l’altro dei disegni anche di Tenkaichi, edito sempre da Star). Mi ci sono approcciato, vi confesso, con media curiosità: infatti al netto della scelta di proporre fin dal primo numero una variant, a mio avviso una nuova pubblicazione di One, che tanto bene ha fatto sia One Punch Man sia, soprattutto (almeno per me) con Mob Psycho 100, va presa a prescindere. E così mi sono messo a leggere questo primo volume e vi posso dire che la storia in generale mi ha convinto ma che ho anche qualche se non remora quantomeno preoccupazione. Ma andiamo con ordine.

Lo stile di Versus

La storia si apre con un mondo in rovina e con l’azione che colpisce direttamente “sul grugno” il lettore. Non c’è quasi spazio per l’introduzione, breve e stringata, e prestissimo si arriva a quella che sembrerebbe una battaglia finale e decisiva. Il nostro protagonista, un classico eroe da jrpg potremmo definirlo, infatti è incaricato dal “regno del mondo” di confrontarsi con uno dei 47 generali dell’armata demoniaca, vera e propria minaccia, anzi “nemico naturale” dell’umanità intera. Tenete bene a mente il concetto di nemico naturale, perché ci torneremo.  Nonostante l’ardimento del nostro protagonista, i demoni sono più forti in maniera incommensurabile rispetto a degli umani, per quanto guerrieri coraggiosi o maghi esperti. Nonostante sembri tutto finito, come nella migliore delle tradizioni, il nostro eroe si salva per il rotto della cuffia, salvato dal suo caro fratello che scopriamo essere un mago incaricato di una missione segretissima. Infatti l’incantatore, insieme ai suoi colleghi di gilda, è stato incaricato dal governo centrale di realizzare un enorme portatale lungo tutta la Terra, così da, udite udite, evocare un altro mondo nel nostro, così da trovare degli alleati ideali per sconfiggere la minaccia demoniaca.

I disegni di Versus sono davvero molto belli

Questo che vi ho descritto è proprio l’antefatto di una storia che, si potrebbe dire, ama giocare più sulla quantità che sulla qualità e che no ha nessuna paura o remora di utilizzare cliché a manetta. Infatti, in questo processo di evocazione, non tutto andrà liscio, anzi ci sarà un effetto “moltiplicatore” che renderà le cose dannatamente più complesse e “numerose” per i nostri eroi. Nonostante l’opera, in questo suo primo volume, si presenti come molto semplice e facile da fruire, debbo ammettere di avere apprezzato l’esposizione e i disegni, sicuramente molto espressivi e in grado di cogliere in particolare modo l’alterità dei nemici chiamati in campo. Se infatti i personaggi “umani” non mi sono sembrati così particolareggiati, alcuni nemici li ho davvero graditi. Ho apprezzato tanto anche il ritmo che, giustamente a mio avviso per un racconto del genere, non si perde mai in troppe chiacchiere ma si concentra sia sui combattimenti sia, soprattutto, sulle tattiche di ingaggio di questo o quel nemico.

Tanta tanta azione in Versus

In modo opposto (ma complementare quasi) di un’altra opera targata Star Comics come Shibatarian (di cui vi ho parlato qui), il mio timore per Versus è che una tale mossa di nemici e personaggi messi nel calderone possano non essere semplicissimi da gestire e si possano ridurre, ben presto, a semplici quanto incolori macchiette, nomi buttati in mezzo giusto per fare caciara e nulla più. Inoltre il fatto che in Giappone, a novembre 2024, siano stati pubblicati soltanto tre volumi (per un’opera iniziata nel 2022 qualche “sudorino freddo” me lo fa venire. Ma appunto, al netto di queste sincere perplessità, non posso dire che il primo volume di Versus non mi sia piaciuto, anzi, mi ci sono divertito e mi ha sorpreso. Il mix di azione e cliché usati sapientemente e ribaltati (One è sempre One, insomma) funziona per me e mi rende davvero curioso per capire il prosieguo. Stiamo un po’ a vedere, in tutti i mondi e le realtà possibili.

Mattia Nesto

Fa che la morte mia, Signor, la sia comò 'l score de un fiume in t'el mar grando

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