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Dietro le quinte di Black Lake, il bellissimo video di Björk

 

Lo scorso marzo si è inaugurata al MOMA di New York una mostra dedicata ai 20 anni di carriera di Björk. In quell’occasione sono stati presentati in maniera approfondita tutti i molteplici aspetti dell’artista islandese, andando ad analizzare i vari album, i video musicali e tutti i suoi punti di contatto con il mondo del cinema e della videoarte.

 

 

Nel museo erano presenti due grossi schermi: uno dedicato a tutto il materiale audiovisivo raccolto durante la sua carriera e un altro, immerso in un’installazione costruita da 8,000 piccoli cubi di schiuma, dove veniva proiettato in loop Black Lake, un video della durata di dieci minuti dedicato all’omonima canzone contenuta nell’ultimo album Vulnicura.

Il cortometraggio, nato dalla volontà del MOMA stesso, è stato affidato al regista Andrew Thomas Huang che aveva già collaborato con Björk per il video di Mutual Core. Oggi è stato pubblicato il making of che racconta i tre giorni di riprese passati su quest’isola vulcanica nei pressi di Reykjavík, dove Björk ha trascorso parte della sua infanzia.

 

 

Il paesaggio islandese era così stupendo che non è stato necessario l’uso di particolari effetti speciali – ha detto Brian Pene della Autodesk, la crew che ha curato le riprese – È stato un onore incredibile poter lavorare in un ambiente simile. Dal mio punto di vista, il risultato è stato fortemente emotivo, decisamente autentico”.

La troupe ha girato sfruttando esclusivamente la luce naturale, usando solo dei fari per le scene all’interno delle grotte dell’isola. “Quello che tutti sapevamo è che Black Lake sarebbe stato per Björk un mettersi a nudo”  – ha commentato il regista Thomas Huang – “Volevamo mostrarla nella maniera più spoglia ed emotiva possibile. Il risultato è stato così intimo che Björk è diventata il vero effetto speciale del video. Per lei non era affatto recitare, era qualcosa di vero e personale che accadeva direttamente davanti a noi”.

 

Il progetto per l’artwork di Vulnicura

 

Huang e Björk hanno collaborato insieme anche per l’artwork dell’edizione fisica di Vulnicura. “Più volte ho parlato ad Andy della posizione yoga chiamata “il ponte”  – ha commentato Björk – “C’è qualcosa di rituale in questa posizione: si dichiara di essere feriti e poi, sollevandosi, si arriva ad un processo di guarigione. È come se gli strumenti utili a curarti ti apparissero di colpo”.

Riguardo al lavoro di Huang per Black Lake, invece, ha commentato: “È una benedizione poter collaborare con una persona dotata di così tanto talento. Conosce l’aspetto emozionale e filmico delle cose, ma è anche incredibilmente esperto di nuove tecnologie. In più ha un ego raro, capace di prendere le idee di qualcun altro e unirle alla sua visione personale”.

 

il making of di Blake Lake

 

[via thecreatorsproject.vice.com]

Sandro Giorello

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