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Chi ha vinto e chi ha perso ai Grammy 2016

Kendrick Lamar ai Grammy 2016

 

Ieri sera si è tenuta a Los Angeles la cinquantottesima edizione dei Grammy Awards, gli oscar della musica. Noi di Dailybest eravamo tutti concentrati su Kendrick Lamar, il ventottenne americano per cui Obama ha perso la testa e che continua a non sbagliare un disco (il suo ultimo To Pimp A Butterfly è tra i nostri dieci dell’anno).

Lamar partiva con le migliori prospettive – ben undici nomination – e non si può dire che gli sia andata male: ha vinto il Best Rap Album, il Best Rap Song con il brano Allright, il Best Rap/Sung Collaboration con la canzone These Walls insieme a Bilal, Anna Wise e Thundercat, e il Best Rap Performance. In più ha messo a segno quella che sarà ricordata come la migliore esibizione dei Grammy (e, probabilmente, non solo di quest’anno): ha cantato tre canzoni  – Blacker, Alright e un brano inedito ancora senza titolo – creando uno spettacolo strepitoso capace di mettere insieme i detenuti in cella, le danze africane e un finale a dir poco esplosivo.

 

 

Certo, noi speravamo che vincesse anche il ben più importante Album Of The Year ma quello è andato a 1989 di Taylor Swift, che è diventata, così, la prima donna in assoluto ad avere ricevuto il premio per due volte. Così ha commentato:

Voglio dire a tutte le giovani donne che ci saranno sempre persone che proveranno a sminuire il vostro successo prendendosene il merito. Ma se vi focalizzerete sul lavoro, un giorno vi renderete conto che il merito di chi siete e di cosa avete ottenuto sarà stato solo vostro”.

La cantante si è aggiudicata anche il Best Pop Vocal Album e il Best Music Video con il clip di Bad Blood girato da Joseph Kahn.

 

Taylor Swift ai Grammy 2016

 

Gli altri protagonisti indiscussi dei Grammy sono stati gli Alabama Shake che con Sound & Color hanno vinto il prestigioso Best Alternative Music Album, oltre al Best Rock Song e il Best Rock Performance. Ed Sheeran ha vinto il Song Of The Year con il brano Thinking Out Loud e il Best Pop Solo Performance.

Per i suoni più elettronici, infine, i due nomi di punta sono stati Skrillex e Diplo che con il progetto Jack Ü hanno il vinto il Best Dance Recording e il Best Dance Album. A Mark Ronson e Bruno Mars, invece, è stato assegnato il Record Of The Year per il singolo Uptown Funk, oltre al premio Best Pop Duo. Questa edizione sarà ricordata anche come quella dei tributi: Lady Gaga è riuscita a infilare un medley di nove canzoni di David Bowie in meno di sei minuti, tutto da vedere.

 

 

Stevie Wonder ha eseguito dal vivo That’s the Way of the World in onore di Maurice White (il leader degli Earth Wind & Fire scomparso dieci giorni fa), Jackson Browne ed i restanti componenti degli Eagles si sono esibiti in una toccante versione di Take It Easy in onore di Glenn Frey.

 

 

The Hollywood Vampires – il super gruppo composto da Alice Cooper, Johnny Depp e Joe Perry – hanno incendiato tutto dando il miglior saluto possibile al frontman dei Motörhead Lemmy Kilmister. “Molti di noi suonano rock’n’roll, ma non molti sono rock’n’roll” – ha commentato Dave Grohl introducendoli – “Lemmy era rock’n’roll, era un ribelle e un outsider. Era uno stile di vita, era i Motörhead”.

 

 

I Grammy Award si confermano quindi come un premio che difficilmente regala sorprese. Certo siamo contenti di alcune scelte – Black Messiah di D’Angelo il Best R&B Album se lo merita tutto – ma già le nomination parlavano chiaro: pochi nomi nuovi, poca voglia di rischiare e un certo sguardo passatista. Inutile rammaricarsene.

Sandro Giorello

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Sandro Giorello

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