Il recente annuncio di dazi al 30% da parte degli Stati Uniti nei confronti dell’Unione europea, con effetto dal primo agosto, ha riacceso il dibattito politico ed economico in Italia e nel continente
. Questa misura, decisa dall’amministrazione Trump, potrebbe comportare per il nostro Paese un rischio di perdite fino a 35 miliardi di euro all’anno, secondo le stime delle principali associazioni di categoria. In questo clima di tensione commerciale, il governo italiano appare diviso mentre si intensificano le trattative diplomatiche e i confronti sui possibili scenari futuri.
La posizione del governo italiano e le trattative Ue-USA
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ribadito con fermezza il sostegno dell’Italia alla linea dell’Unione europea nel negoziato con Washington. In un post diffuso ieri sera ha sottolineato come una guerra commerciale interna al mondo occidentale indebolirebbe tutti di fronte alle sfide globali. “L’Europa ha la forza economica e finanziaria per far valere le proprie ragioni e ottenere un accordo equo e di buon senso”, ha affermato Meloni, assicurando che l’Italia farà la sua parte. Parallelamente, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato la sospensione delle contromisure europee fino all’inizio di agosto, lasciando aperta la porta a una soluzione negoziata. Fonti comunitarie hanno interpretato la lettera di Trump come un tentativo di aumentare la pressione durante le trattative già in fase avanzata.
Il Comitato dei rappresentanti permanenti (Coreper) ha confermato che la finestra temporale verrà utilizzata per negoziare un accordo che eviti l’innesco delle contromisure previste, pari a 21 miliardi di euro, che rimarranno congelate fino a inizio agosto. Parallelamente, è attesa la presentazione di un secondo pacchetto di contromisure del valore complessivo di circa 70 miliardi. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani, che domani sarà a Washington per un incontro con il segretario di Stato Usa Rubio, ha confermato la volontà italiana di proseguire nelle trattative. In contatto telefonico con il Commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic e con il ministro spagnolo dell’Economia Carlos Cuerpo Caballero, Tajani ha espresso la necessità di evitare retoriche aggressive e di procedere con fermezza ma intelligenza nella gestione delle mosse negoziali americane.
Il ministro ha spiegato che il suo “mantra” è arrivare al “doppio zero”: nessun dazio né da parte europea né statunitense. Per proteggere i settori maggiormente esposti come automotive, farmaceutico, vino e agroalimentare, verranno richieste contromisure che non penalizzino queste filiere strategiche. Dal punto di vista macroeconomico, Tajani ha indicato che un euro forte riduce i rischi di inflazione e potrebbe consentire ulteriori riduzioni dei tassi di interesse, già posizionati intorno al 2%. Per sostenere la crescita economica in un contesto di export penalizzato dai dazi e da una moneta forte, il ministro ha suggerito di rilanciare la domanda interna e di esplorare nuovi mercati esteri.

Una possibile soluzione potrebbe essere una nuova fase di politica monetaria espansiva da parte della Banca centrale europea (BCE), con tagli dei tassi e riavvio degli acquisti di titoli, in stile Quantitative Easing 2.0, mirati a finanziare programmi strategici quali difesa, politica industriale, riduzione dei costi energetici e sanità. Tale intervento si presenta come alternativa al ricorso a nuovo debito europeo, il cui aumento incontra resistenze soprattutto da parte della Germania. Dal governo italiano si annunciano inoltre valutazioni su interventi a sostegno delle imprese tramite i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), recentemente rimodulati.
Nonostante l’unità ufficiale espressa dal governo, emergono profonde spaccature all’interno del centrodestra. La Lega, attraverso il sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon, ha criticato duramente la gestione della crisi da parte di Ursula von der Leyen e della Commissione europea, accusandoli di aver danneggiato l’economia italiana con politiche “fallimentari” e di aver favorito una “trazione tedesca”. Durigon ha sottolineato che i dazi di Trump non rappresentano un fallimento della mediazione italiana, anzi, ha lodato il lavoro di Meloni e Salvini nel promuovere calma e dialogo, ma ha chiesto maggiori margini di manovra per i singoli Stati membri nelle trattative bilaterali, auspicando anche un passo indietro da parte della presidente della Commissione.
Il segretario della Lega, Matteo Salvini, ha ribadito la posizione critica del partito nei confronti dell’Unione europea, definendo i dazi “sbagliati e dannosi” ma ammettendo che “anche la burocrazia e i vincoli di Bruxelles sono altrettanto sciagurati”. Salvini ha proposto la sospensione del Patto di Stabilità per consentire maggiori investimenti in Italia, sostenendo stipendi, pensioni e sistema sanitario. Dal fronte di Forza Italia, invece, il responsabile dei dipartimenti Alessandro Cattaneo ha invitato all’unità e alla coesione, sottolineando che la situazione attuale richiede un fronte comune sia a livello nazionale che europeo, prendendo le distanze dagli attacchi dei leghisti contro la Commissione.