Una delle malattie più comuni e insidiose, per cui la conoscenza dei primi segnali è fondamentale per una diagnosi precoce e un trattamento efficace. In questo articolo analizziamo in modo dettagliato i principali sintomi, l’importanza dello screening e le strategie di prevenzione adottate in Italia.
Le persone con più di 50 anni sono maggiormente a rischio di sviluppare questa malattia, motivo per cui ogni modifica degli episodi intestinali dovrebbe essere valutata con attenzione da uno specialista.
È consigliabile rivolgersi tempestivamente al medico in presenza di sintomi sospetti e, se necessario, effettuare ulteriori accertamenti diagnostici per identificare con precisione la natura del disturbo.
I sintomi più comuni. C’è anche il dimagrimento
Il tumore del colon-retto può manifestarsi attraverso una serie di sintomi che spesso vengono sottovalutati o confusi con disturbi gastrointestinali meno gravi. Tra i segnali più evidenti vi è la presenza di sangue nelle feci, che può variare dal rosso vivo al colore scuro, quasi nero. Questo fenomeno è spesso il primo campanello d’allarme che dovrebbe indurre a una visita medica urgente.

Altri sintomi rilevanti includono una modificazione persistente dell’attività intestinale, come episodi di diarrea o costipazione che si protraggono per più di sei settimane senza apparente causa. Anche la perdita di peso ingiustificata e il dolore localizzato all’addome o all’ano sono segnali da non sottovalutare.
Un altro sintomo frequente è la sensazione di svuotamento incompleto dell’intestino dopo l’evacuazione, che può indicare la presenza di una massa o di un restringimento del colon. In alcuni casi, la malattia può evolvere causando anemia da sanguinamento occulto, con conseguente senso di spossatezza e difficoltà respiratorie.
Nei casi più avanzati, il tumore può provocare un’ostruzione intestinale, con sintomi quali nausea, vomito, dolore addominale intenso e costipazione grave. Queste manifestazioni richiedono un intervento medico immediato.
Sebbene i sintomi sopra descritti possano essere imputabili anche a patologie meno gravi come la sindrome del colon irritabile o la colite ulcerosa, è fondamentale non sottovalutarli, soprattutto se persistono o peggiorano nel tempo.
La prognosi del tumore del colon-retto migliora significativamente se la diagnosi avviene nelle fasi iniziali della malattia. Per questo motivo, in Italia è attivo un programma nazionale di screening rivolto a tutti gli individui tra i 50 e i 69 anni, che prevede la somministrazione gratuita dell’Hemoccult test ogni due anni.
Questo test consiste nell’analisi delle feci per rilevare tracce di sangue occulto, che potrebbero indicare la presenza di un tumore o di polipi precancerosi. Nel caso di esito positivo, il paziente viene invitato a sottoporsi a una colonscopia, esame endoscopico che permette di visualizzare direttamente le pareti intestinali e di effettuare biopsie mirate.
Gli over 69 non rientrano automaticamente nel programma di screening, ma possono richiedere di eseguire l’Hemoccult test con la stessa periodicità, su indicazione medica.
Oltre alla diagnosi precoce, la prevenzione primaria attraverso uno stile di vita sano gioca un ruolo cruciale. Dieta equilibrata, ricca di fibre e povera di grassi saturi, attività fisica regolare e limitazione del consumo di alcol e tabacco sono consigli fondamentali per ridurre il rischio di sviluppare questa neoplasia.
Dal punto di vista clinico, in caso di sospetto diagnostico il medico può prescrivere una serie di esami complementari come esami del sangue, ecografia addominale e TAC, oltre alla colonscopia. Quest’ultima rimane il gold standard per la diagnosi e la rimozione di lesioni precancerose.
I progressi nella chirurgia mini-invasiva, nella chemioterapia e nelle terapie biologiche hanno migliorato notevolmente le prospettive di cura per i pazienti affetti da tumore del colon-retto, specie se trattati in fase precoce.