Cellulare vicino al letto: i consigli del professor Schettini per un uso sicuro
Molti si chiedono se sia sicuro lasciare il cellulare vicino al letto di notte. A fare chiarezza su questo tema è il noto divulgatore scientifico Vincenzo Schettini, il quale, con il suo approccio semplice e diretto, offre consigli pratici per tutelare la salute senza rinunciare alle comodità quotidiane.
Dopo aver concluso l’anno scolastico, Vincenzo Schettini ha intrapreso un tour teatrale con lo spettacolo La fisica dell’estate, continuando a diffondere la cultura scientifica anche attraverso i social, dove conta oltre 3 milioni di follower sulla sua pagina Instagram La fisica che ci piace. La sua capacità di unire spettacolo e divulgazione rende la fisica accessibile e stimolante per tutte le fasce d’età.
In uno dei suoi ultimi video, Schettini ha affrontato il tema molto discusso della presenza del cellulare accanto al comodino durante la notte. Moltissime persone nutrono dubbi legati alla possibile esposizione alle onde elettromagnetiche emesse dagli smartphone. Il professore ha spiegato che queste onde, appartenenti alla categoria delle onde non ionizzanti, non possiedono energia sufficiente per alterare la struttura molecolare della materia o causare mutazioni al DNA.
Il docente ha illustrato che le onde elettromagnetiche si suddividono in due categorie principali: ionizzanti e non ionizzanti. Quelle ionizzanti, come i raggi X, hanno energia tale da poter modificare la materia a livello atomico e nucleare, determinando potenzialmente danni biologici. Al contrario, le onde radio e le microonde, tipiche degli smartphone, rientrano tra quelle non ionizzanti. Questo significa che il loro impatto sulla salute è molto limitato, non essendo in grado di indurre danni genetici.
Riferendosi alle più recenti ricerche pubblicate sul sito dell’AIRC (Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro), Schettini ha sottolineato che non esistono evidenze scientifiche che colleghino l’uso del cellulare con l’insorgenza di tumori cerebrali, soprattutto per quanto riguarda i dispositivi di ultima generazione. La comunità scientifica raccomanda comunque di mantenere alta l’attenzione e di proseguire gli studi in materia per monitorare eventuali effetti nel lungo termine.
Nonostante l’assenza di prove definitive, il professore consiglia una precauzione semplice e pratica: meglio lasciare il cellulare sul comodino, piuttosto che sotto il cuscino. In questo modo, il dispositivo rimane distante almeno una quarantina di centimetri dalla testa durante il sonno, riducendo significativamente l’intensità delle radiazioni cui si è esposti.
Questa indicazione nasce dall’esigenza di minimizzare ogni possibile rischio, anche se minimo, e garantire un ambiente più salubre per il riposo notturno. Tenere il cellulare lontano dal viso evita inoltre altri potenziali disturbi legati all’uso eccessivo del dispositivo, come l’influenza sul ritmo circadiano dovuta alla luce blu emessa dallo schermo.
Vincenzo Schettini non è solo un insegnante: è un volto noto della divulgazione scientifica in Italia grazie ai suoi canali YouTube, TikTok e Instagram, dove riesce a spiegare concetti complessi con toni leggeri e coinvolgenti. Laureato in fisica all’Università di Bari, con specializzazione in didattica della fisica, Schettini ha saputo conquistare un vasto pubblico anche grazie ai suoi spettacoli teatrali e alle pubblicazioni editoriali di successo, tra cui La fisica che ci piace e Ci vuole un fisico bestiale.
Nel 2024 ha esordito come conduttore televisivo su Rai 2 con il programma La fisica dell’amore, dimostrando ancora una volta la capacità di avvicinare la scienza al grande pubblico. Nel 2025 è stato tra i presentatori del prestigioso Concerto del Primo Maggio a Roma, confermando la sua popolarità e autorevolezza.
La sua attività di divulgatore si distingue per l’attenzione rivolta non solo agli aspetti teorici, ma anche agli impieghi pratici e quotidiani della fisica, come nel caso del corretto utilizzo del cellulare durante la notte.
Nel discorso di Schettini, fondamentale è il riferimento a fonti autorevoli come la Fondazione AIRC, che si occupa da decenni di finanziare la ricerca oncologica in Italia. Fondata nel 1965, AIRC sostiene progetti scientifici di alto livello e promuove la formazione di giovani ricercatori, contribuendo a rendere il cancro sempre più curabile.
La Fondazione opera attraverso iniziative di raccolta fondi, eventi di sensibilizzazione e diffusione di informazioni scientifiche aggiornate. Ogni anno, un comitato tecnico-scientifico valuta i progetti da finanziare, garantendo trasparenza e rigore nella selezione delle ricerche. L’impegno di AIRC si traduce anche in campagne educative per il pubblico, volte a chiarire dubbi e sfatare miti, come quelli relativi all’uso del cellulare e ai rischi per la salute.
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