La realtà della circolazione stradale impone precisi obblighi anche per chi procede a velocità ridotta. Procedere troppo piano, infatti, può generare situazioni di pericolo e disagi significativi per gli altri utenti della strada, soprattutto su arterie ad alta percorrenza come superstrade e autostrade.
L’articolo 141 del Codice della Strada non si limita a stabilire i limiti massimi di velocità, ma disciplina anche il comportamento del conducente in relazione alla velocità minima da mantenere. Al comma 6, infatti, si specifica che “il conducente non deve circolare a velocità talmente ridotta da costituire intralcio o pericolo per il normale flusso della circolazione”.
Questo principio sancisce che la guida a velocità eccessivamente bassa, in assenza di motivazioni valide, può configurarsi come una violazione soggetta a sanzioni amministrative. La multa prevista varia da 42 a 173 euro, un importo che, seppur inferiore rispetto a quello per eccesso di velocità, può rappresentare solo il primo problema qualora la lentezza causi un incidente stradale. In tal caso, il conducente può essere chiamato a risarcire i danni e subire la rivalsa dell’assicurazione, che potrebbe rifiutare la copertura totale del sinistro se dimostra che la condotta lenta ha contribuito in modo determinante all’evento.
Inoltre, il Codice impone di adeguare la velocità tenendo conto di molteplici fattori, quali:
- Tipo di strada (urbana, extraurbana, autostrada);
- Condizioni del traffico;
- Stato del manto stradale (buche, ghiaccio, pioggia);
- Condizioni atmosferiche;
- Visibilità.
Ciò implica che non esiste una velocità minima valida in assoluto, ma la velocità deve essere modulata in funzione del contesto specifico. Per esempio, in situazioni di nebbia fitta o maltempo è giustificato procedere lentamente, mentre in condizioni normali andare troppo piano può essere pericoloso e sanzionabile.
I limiti minimi di velocità da rispettare sulle strade italiane
In Italia non esiste un limite minimo universale valido per tutte le strade, ma in alcuni casi specifici la legge impone il rispetto di una velocità minima, spesso indicata da apposita segnaletica o derivante dalla conformazione della strada.
Sulle autostrade a tre corsie, per esempio, i limiti minimi obbligatori sono:
- Corsia centrale: velocità minima 60 km/h;
- Corsia di sinistra (corsia di sorpasso): velocità minima 90 km/h;
- Corsia di destra: non ha un limite minimo fisso, ma si applica il principio generale dell’articolo 141.
Questi limiti non sono opzionali: percorrere la corsia centrale a 50 km/h senza motivi tecnici o di emergenza costituisce una violazione del Codice della Strada, così come procedere troppo lentamente sulla corsia di sorpasso aumenta il rischio di sanzioni.
Inoltre, la presenza del segnale blu rotondo con numero bianco, che indica la velocità minima obbligatoria, impone di rispettare tale soglia, pena la multa. Tale obbligo riguarda tutti i veicoli, inclusi quelli pesanti.

La guida a bassa velocità non è di per sé vietata. Le circostanze che giustificano una marcia più lenta sono numerose e comprendono:
- Condizioni di strada dissestata;
- Maltempo intenso, come pioggia o nebbia fitta;
- Trasporto di carichi delicati o particolari;
- Veicoli agricoli, mezzi d’emergenza e veicoli speciali;
- Conducenti con difficoltà fisiche o problemi meccanici al veicolo.
Tuttavia, la prudenza non deve trasformarsi in un pretesto per ostacolare il normale flusso del traffico su strade ad alta percorrenza. La velocità va modulata considerando la sicurezza degli altri utenti e la fluidità della circolazione, specie in contesti di traffico intenso o su arterie dove si viaggia a velocità elevate.
I rischi della guida lenta: sicurezza e responsabilità
Guidare troppo piano, specie in autostrada o superstrada, può costringere gli altri conducenti a manovre improvvise quali frenate brusche, cambi di corsia repentini o sorpassi azzardati, aumentando così il rischio di incidenti. Una vettura che procede a velocità eccessivamente ridotta può quindi diventare un fattore di pericolo, non solo per sé stessa ma per l’intero flusso veicolare.
In caso di incidente causato da tale condotta, le conseguenze legali possono essere gravi: oltre alla sanzione pecuniaria, il conducente potrebbe dover risarcire i danni materiali e fisici provocati. L’assicurazione, a sua volta, potrebbe rivalersi sul conducente se ritiene che la sua lentezza sia stata determinante nel causare lo scontro.