Un eminente studioso (di cui non ricordiamo il nome) ha detto che se l’alcol fosse stato scoperto oggi nessuno si sarebbe mai sognato di metterlo liberamente in commercio, perché è troppo tossico per l’organismo. Ed è proprio questa sua tossicità che genera l’effetto hangover, quel simpatico mal di testa pulsante unito a secchezza delle fauci, sensibilità alla luce e nausea persistente.
Tutto ciò, però, potrebbe finire molto presto. David Nutt, direttore del dipartimento di neuro-psico-farmacologia dell’università di Londra (sì, esiste veramente), ha infatti creato un surrogato che non solo non sembra dare gli effetti collaterali del dopo-sbronza, ma neanche quelli del durante: a quanto pare non dovrebbe dare dipendenza e non dovrebbe generare aggressività nei soggetti che lo assumono. Tutto il resto (vedi alla voce stupidera alcolica, barcollamenti, pessime figure, telefonate deliranti a ex fidanzati/e ormai risposati/e) ovviamente rimane, così come la sensazione di euforia e relax – o almeno si spera. Ora, spiega Nutt, non resta che andare avanti con la sperimentazione, per vedere se a) gli effetti sono quelli sperati, b) la sostanza in questione può essere inclusa in simpatici cocktail fruttati, perché a quanto pare da sola ha un saporaccio.
Nutt ci tiene anche a specificare, en passant, che l’abuso di alcol è causa di due milioni e mezzo di morti l’anno, una cifra superiore a quella dei decessi per Aids o malaria.
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