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‘Gnomi e fate dei boschi’, esiste un fascicolo sugli avvistamenti della Forestale

Quando l’agenzia stampa Adnkronos ha dato questa notizia, siamo rimasti tutti un po’ basiti. Eppure sembra proprio vero: gli gnomi, le fate, le streghe, gli orchi e gli elfi esisterebbero, addirittura in alcune zone circoscritte nei boschi italiani.

“L’Adnkronos ha scovato un fascicolo, custodito dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato e aperto quasi 15 anni fa, che reca la dicitura “Gnomi e fate dei boschi”. Una cartellina verde del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali – Corpo Forestale dello Stato che contiene informazioni, segnalazioni, materiale fotografico che riguarda esattamente quello che il suo titolo evoca: avvistamenti stranamente concentrati in un’area ben precisa, l’Appennino tosco-romagnolo, con alcuni suoi comuni, come San Piero in Bagno e Bagno di Romagna.”

Dentro quel fascicolo, di tutto un po’: un verbale datato 2 agosto 2001 del Comando Stazione di Romagna nel quale il signor Pierluigi Ricci affermava di aver visto “un essere alto circa 25 cm che ritengo essere uno gnomo dei boschi”, ma anche una storia accaduta sull’Appennino forlivese, in cui un anonimo serio ed attendibile testimone ha fotografato quello che sembra essere un elfo, ma che molti in zona credono un poltergeist, lo spirito di un ragazzino ucciso da un mugnaio anni prima.

 

Gli Appennini sono terra ideale di strani avvistamenti, addirittura attorno alla figura dello gnomo è nato tutto un turismo a tema, specialmente nella zona del Sentiero degli Gnomi e del Bosco di Gnomo Mentino, quindi parte delle strane visite in realtà potrebbero essere solo pubblicità per alimentare le leggende del luogo. Che poi i boschi siano località esoteriche, da sempre teatro di riti magici, su questo non ci piove.

Nel fascicolo, oltre agli gnomi dell’Appennino ci sono le fate del casentino e le streghe che popolano il centro ed il sud Italia.

“Avvistamenti ce ne sono sempre stati e racconti di “fenomeni strani” nei boschi, che si tatti di presenze, misteriose combustioni di alberi o di luci, perché lo gnomo “potrebbe essere la rappresentazione sensibile dello spirito del bosco – spiega all’Adnkronos Stefano Cazora, capo ufficio stampa del Corpo Forestale dello Stato e autore di un libro, “Luoghi della meraviglia”, dedicato agli itinerari del fantastico in Italia – se il bosco ha una sua forma di intelligenza, stando ad alcuni studi scientifici, a questa potrebbe corrispondere una forma di spiritualità semplice di cui lo gnomo è rappresentazione”.

Ma perché in caso di avvistamento si va alla Forestale? “Alla Forestale arrivano segnalazioni di tutti i generi, in questo caso allo gnomo si associa un guardiano della natura così come al Cfs si riconosce il ruolo di tutela ambientale”, aggiunge Cazora.”

Insomma, secondo gli esperti bisogna aprire la mente, guardare verso il basso ed essere tutt’uno con la natura, perché le fate esistono, siamo noi che non le vediamo.

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Simone Stefanini

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