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Sono passato alla sigaretta elettronica: pro e contro dell’evento traumatico

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Non è mica difficile smettere di fumare, basta che durante una visita standard dall’otorino ti venga imposto di farla finita. Il professorone col camice e il blocco di fatture salatissime è un ottimo deterrente al consumo giornaliero di sigarette (o di tabacco, nel mio caso).

La sera sono tornato a casa stordito, come se avessi fatto un frontale con l’età adulta e non ho toccato sigarette, visionandole nella mente come rugginosi chiodi di bara o come micro cacche di cane. Per una sera, con un buon autocontrollo si può anche fare.

Al mattino, avrei fumato anche i tombini di New York da cui escono i fantasmi in Ghostbusters. È tutta una questione di testa, di abitudine, di vizio. Mi sono dunque recato al più vicino negozio di sigarette elettroniche (esattamente sotto casa) per provare questo prodotto per lungo tempo vituperato.

Io, come tanti, ho sempre reputato quegli stratagemmi steampunk che emettono megatoni di fumo l’equivalente delle polo col collo alzato, delle Crocs o delle Hogan: il brutto manufatto, la derrata industriale dell’orrore. Non sono serviti Fedez o Side a farmeli rimanere simpatici, di moda. Mi sono sempre sembrati l’ultimo rifugio del vizioso che non può più permettersi il vizio, l’equivalente della bambola gonfiabile che fa le veci della fidanzata, eppure, chiamato ad arrendermi, ho dovuto mediare.

 

 

Ho scoperto cose turche, tipo che esistono due tipi di tiri, di guancia (effetto sigaretta) e di polmoni (quelli che fanno i video su YouTube mentre creano castelli di fumo), che i liquidi possono essere organici e non, avere nicotina anche più delle sigarette o proprio niente, che gli strumenti atti alla produzione di fumo possono essere in fogge e colori diversi, che per partire va bene anche una cazzata ma poi se ti piace, arrivi a farti le modifiche da solo, un po’come quando truccavi il motorino.

Ho acquistato un macchinario che somiglia a un kazoo o a un’ocarina emettente fumo, un po’ più grande delle tremende micro sigarette elettroniche che sembrano pennine usb da ciucciare. Da subito ho capito che il fascino della sigaretta vera, quella elettronica non ce l’avrà mai. Quel mozzicone che ti pende dalle labbra mentre al terzo drink ti credi bello, non sarà certo equivalente del te anziano che tira il fumo da un artefatto metallico che ricorda uno strumento per l’autodiagnosi di qualche malattia, eppure dopo un paio di giorni sono passato subito al liquido a nicotina zero e da qualche settimana non tocco sigaretta vera.

 

 

CONTRO: prendersi un momento per farsi la sigaretta col tabacco era una bella abitudine, tenere la sigaretta tra le labbra o in bocca mi faceva sentire adeguato, il sapore del mio tabacco preferito mi piaceva proprio. Hmm, basta.

PRO: non ho più cali di pressione o giramenti di testa mentre fumo, non devo più comprare o mendicare accendini, cartine, filtrini, tabacco, fumo quando voglio e quanto voglio, cambio sapore dei liquidi passando dal caffè al tabacco al mojito (forse questo è da mettere nei “contro”), non inquino, non lascio mozziconi in giro e, ad oggi, sembra le sigarette elettroniche siano molto meno dannose per la salute di quelle vere.

Quindi, amici, non prendete in giro i fumatori di sigaretta elettronica, dietro ogni svapatore c’è un inferno privato che non potete conoscere, o semplicemente un po’ di gente che doveva smettere di fumare e ha fatto finta.

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Simone Stefanini

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Tags: newsopinioni

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