Accanto alla spiegazione scientifica, che attribuisce il fenomeno all’interazione delle forze gravitazionali esercitate dalla luna e dal sole e alla particolare conformazione geografica che favorisce l’emersione di una secca naturale, si intreccia un affascinante racconto popolare, tramandato da generazioni.
La tradizione narra la storia di una donna anziana chiamata nonna Bbyong, che, separata dalla sua famiglia a causa dell’attacco di tigri selvatiche, pregò il dio del mare affinché le permettesse di raggiungere l’isola. Mosso a compassione, il mare si aprì concedendole un passaggio sicuro, per poi richiudersi alle sue spalle. Questa figura leggendaria è oggi commemorata da una statua posta sulla spiaggia di Gagye, divenuta simbolo di speranza e fede per la comunità locale.
Un fenomeno unico al mondo
Ogni anno, lungo le coste sud-occidentali della Corea del Sud, si verifica un evento naturale di grande fascino e valore culturale, conosciuto come il miracolo di Jindo. Questo fenomeno straordinario si manifesta con il temporaneo ritiro del mare che, per poco più di un’ora, rivela un sentiero sabbioso che unisce l’isola principale di Jindo all’isolotto di Modo. Le autorità locali, consapevoli dell’importanza storica, culturale e ambientale di questo evento, hanno intensificato le iniziative per la sua salvaguardia e valorizzazione, puntando anche a una candidatura UNESCO come patrimonio culturale immateriale.

Il miracolo di Jindo si verifica due volte all’anno, tra marzo e giugno, durante le maree più alte e intense della regione. Il sentiero naturale che emerge dal mare si estende per circa 2,8 chilometri e presenta una larghezza variabile tra i 10 e i 40 metri, creando un vero e proprio ponte tra le due isole. Per un breve lasso di tempo, i visitatori possono attraversare a piedi questa distesa sabbiosa, trasformando un semplice evento astronomico in un’esperienza immersiva, emozionale e spirituale.
La contea di Jindo, situata nella provincia di Jeolla Meridionale, è un territorio caratterizzato da paesaggi incontaminati, foreste di pini rossi e coste frastagliate. È inoltre la terra natale del cane Jindo, una razza autoctona apprezzata in tutto il mondo per la sua straordinaria fedeltà e intelligenza, che rappresenta un altro importante elemento identitario della regione.
Il festival legato al miracolo di Jindo richiama ogni anno migliaia di turisti da tutto il mondo, trasformando il piccolo villaggio costiero in un vivace centro culturale. Le celebrazioni includono cerimonie in onore degli antenati, spettacoli di pungmul (musica popolare tradizionale coreana), rappresentazioni teatrali e degustazioni di specialità tipiche del territorio, come il pesce essiccato, le alghe marine e il riso viola, ingrediente tradizionale locale.
Quando il sentiero emerge, la comunità e i visitatori si radunano per attraversarlo insieme, creando un’atmosfera di festa collettiva che coniuga devozione, folklore e meraviglia. È un momento che unisce spiritualità e socialità, rafforzando il profondo legame tra gli abitanti dell’isola e la natura che li circonda.
Tuttavia, il cambiamento climatico e l’innalzamento del livello del mare costituiscono una minaccia concreta per la futura esistenza di questo evento unico. Gli esperti avvertono che l’equilibrio delicato tra maree, correnti marine e morfologia dei fondali potrebbe alterarsi nei prossimi decenni, rendendo il fenomeno sempre più raro o addirittura impossibile da osservare.
Per contrastare questa prospettiva, le amministrazioni locali hanno intensificato gli sforzi di tutela, promuovendo la candidatura del miracolo di Jindo a patrimonio culturale immateriale dell’UNESCO. L’obiettivo è preservare non solo il fenomeno naturale ma anche il ricco patrimonio identitario e folkloristico che gli gravita attorno, testimoniando l’intrinseco rapporto tra l’uomo e la natura.
