Ogni volta che iniziamo a organizzare un nuovo viaggio, ci coglie un senso di entusiasmo e aspettativa. L’idea di scegliere una nuova meta e ritrovarci a sognare a occhi aperti davanti a una mappa o spulciare blog di viaggio. A creare questa sensazione magica, non solo il fatto di partire, ma anche l’idea di reinventarci.
Viaggiare significa mettere in pausa la nostra quotidianità e scoprire nuove parti di noi, che spesso non vengono fuori nella routine di tutti i giorni.
Ma c’è anche dell’altro, qualcosa di ancor più profondo, che fa parte della nostra natura. Viaggiamo per esplorare un senso di connessione che ci fa sentire parte di qualcosa di molto più grande dei confini della nostra città di residenza. Spesso, però, questo entusiasmo si accompagna anche a un senso di sopraffazione.
Soprattutto quando si tratta di organizzare un viaggio completamente nuovo. Documenti, prenotazioni, itinerari, cambi valuta, assicurazioni, tutto sembra indispensabile. Lo sappiamo: basta un dettaglio dimenticato per trasformare il tanto desiderato viaggio in una corsa a ostacoli.
Ecco perché informarsi è fondamentale sempre. Il mondo cambia di continuo, e il viaggiatore che parte nel 2026 dovrà affrontare regole nuove, portare con sé documenti inediti, adattarsi a sistemi di controllo diversi. Le novità sono tante, e prepararsi al meglio farà tutta la differenza.
Partire nel 2026: ecco il documento che sarà necessario ovunque
A partire dall’estate 2026, viaggiare all’estero non sarà più un semplice gioco di valigie e biglietti.

Si profila all’orizzonte un cambiamento epocale per milioni di cittadini italiani: la Carta d’Identità cartacea, per decenni compagna discreta dei nostri spostamenti, non sarà più sufficiente per uscire dai confini nazionali. Dal 3 agosto 2026, infatti, l’unico documento riconosciuto per l’espatrio, oltre al passaporto, sarà la Carta d’Identità Elettronica, la cosiddetta CIE.
Il provvedimento, che prende forma in linea con una direttiva europea volta ad aumentare la sicurezza e a facilitare i controlli internazionali, introduce una novità concreta: solo i documenti dotati di tecnologia digitale, lettura ottica e microchip saranno considerati idonei. La vecchia carta d’identità in formato cartaceo resterà sì in circolazione, ma esclusivamente come documento identificativo per l’uso entro i confini nazionali. Non sarà, dunque, più valido per viaggiare all’estero.
Una svolta che richiede attenzione, soprattutto per chi ancora non ha aggiornato il proprio documento. Le tempistiche per ottenere la nuova CIE, infatti, non sono sempre rapide: tra prenotazioni online, appuntamenti all’anagrafe e tempi di consegna a cura della Zecca dello Stato, l’attesa può superare tranquillamente le tre o quattro settimane. Per di più, queste tempistiche possono allungarsi ulteriormente nei Comuni più affollati.
Il procedimento prevede l’acquisizione delle impronte digitali, la presentazione di una fototessera recente, il codice fiscale e un documento valido. In caso di minori, è obbligatoria la presenza di entrambi i genitori. C’è anche una scelta personale da effettuare: l’adesione, o meno, alla donazione di organi, da esprimere al momento della domanda. In tutto questo, una cosa è certa: chi partirà nel 2026 dovrà arrivare preparato.