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Al suono delle trombe, il nuovo monumentale murales di Ozmo a Rieti

È stata inaugurata sabato 25 maggio la prima opera di arte urbana mai realizzata sulle pareti di un Tribunale. In Piazza Bachelet a Rieti, su uno degli edifici di maggior valore per la città, il Palazzo di Giustizia, è stata presentata al pubblico Al suono delle trombe, l’opera monumentale di Ozmo, pioniere della street art italiana e artista tra i più apprezzati a livello internazionale.

Invitato dalla curatrice Annalisa Ferraro, nell’ambito del progetto Trame – Tracce di memoria”, ideato dall’Agenzia Creativa The Uncommon Factory, Gionata Gesi, in arte Ozmo, ha realizzato una grande opera dedicata alla città, in grado di dialogare con le memorie storiche e storico-artistiche del territorio. Ispirato dall’affresco dei fratelli Torresani, Il Giudizio Universale, conservato a Rieti, nell’Oratorio di San Pietro Martire, l’artista è riuscito a catturare la fatica e la sofferenza con cui i santi si impegnano a salvare le anime periclitanti. Nel Ratto delle Sabine del Giambologna, Ozmo ha colto la violenza e la drammaticità di un rapimento, la potenza racchiusa nei corpi giovani e la resa di un corpo senile, sulle cui spalle pesano non solo gli anni, ma anche tutti i mali e le angosce del genere umano. Al suono delle trombe il tempo sarà scaduto e la giustizia farà il suo corso, consentendo l’ascesa di chi andrà verso la salvezza, favorendo la caduta di chi vedrà nella condanna svelarsi il proprio destino. Pur traendo ispirazione dal passato, da due gesti simili ma profondamente diversi, dono di salvezza l’uno, dono di schiavitù l’altro, Al suono delle trombe è un’opera quanto mai attuale, che ricorda a tutti noi lo scorrere del tempo e l’esaurirsi inevitabile delle possibilità di rimediare agli errori fatti, non solo nella sfera individuale, ma anche in scala globale.

Tutte le foto: Marco Bellucci

Un’impresa coraggiosa, quella intrapresa dall’Agenzia Creativa The Uncommon Factory, dalla curatrice Annalisa Ferraro, dall’artista Ozmo, dal Comune e dal Palazzo di Giustizia di Rieti, che ha portato alla realizzazione della prima opera d’arte mai realizzata sulle pareti di un Tribunale, sintesi perfetta dell’evoluzione dell’arte urbana, nata come non autorizzata, e da diverso tempo, invece, in grado di dialogare con le istituzioni e con la collettività. Un lavoro site-specific, quello di Ozmo, che conferma le potenzialità della street art, in grado di elevarsi ad arte pubblica, a monumento consegnato alla città e ai suoi abitanti.

L’iniziativa “Trame – Tracce di memoria” è sostenuta dalla Regione Lazio e cofinanziata dal FESR, patrocinata dal Comune di Rieti.

ph: Marco Bellucci
Raffaele Portofino

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Raffaele Portofino

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