Se siete nati negli anni ’80 probabilmente vi siete bolliti i neuroni con i telefilm invece di leggere i libri, per voi i Master non sono certo i corsi dopo la laurea, vi capita ancora di fare incubi a tema Freddy Krueger e probabilmente sperate ancora che qualcuno inventi il flusso canalizzatore. Ecco se vi siete riconosciuti in tutte queste descrizioni, il progetto Icons del duo di designer torinesi Van Orton Design sarà un tuffo al cuore.
Troverete in un colpo solo tutte le figure più importanti della vostra infanzia. Magari subito non le riconoscerete tutte, ma pochi minuti dopo sentirete una piccola scossa lungo la schiena. È il vostro io bambino che viene a farvi visita: prendetevi mezz’ora per giocarci insieme.
I due designer pescano a piene mani da film, giocattoli e personaggi televisivi di quegli anni e li trasformano con il loro stile coloratissimo e riconoscibile all’istante. «Il progetto Icons nasce per rendere omaggio alle icone della nostra infanzia – raccontano da Van Orton – Ci piaceva l’idea di raggruppare una serie di personaggi e oggetti in un’unica collezione, trasformandoli in chiave pop»
Ce n’è una in particolare che ha dato il via a tutto?
Credo Fuller Mccallister, da Mamma ho perso l’aereo, ha aperto la strada a tutti gli altri. Il secondo è stato la bambina robot di Small Wonder, che in Italia prese il nome di Super Vicki, ma il soggetto a cui siamo più affezionati è sicuramente Schwarzenegger in Atto di forza.
Icone pop come se fossero i santi nelle vetrate di una chiesa, può essere una buona definizione per il vostro lavoro?
Credo di sì, anche se poi lo stile si è decisamente evoluto. All’inizio un po’ spingevamo su questo discorso dello stained glass: linee nere marcate e colori pop. Poi si sono aggiunte sfumature, geometrie e innesti luminosi che ricordano i neon.
Che ruolo ha il colore nei vostri lavori?
Ha sicuramente un ruolo chiave: determina la profondità e l’atmosfera del design. Strutturiamo il nostro lavoro spartendoci i compiti. Uno imbastisce la struttura del design, tutte le linee nere. L’altro si occupa della colorazione.
Contemporaneità vs. retromania, chi vince?
Forse l’intento è stato quello di trasformare la retromania con uno stile contemporaneo e rendere soggetti retro, come moderni. A livello di soggetti sicuramente sono più stimolanti quelli del passato, ma non siamo vincolati solo a quelli.
Ci potete dare qualche anticipazione sui prossimi progetti?
Certo, stiamo progettando il flusso canalizzatore. (ride)
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