Locus, l’opera di Edoardo Tresoldi (e Iosonouncane) per Derive Festival

Foto di Roberto Conte

 

Descrivere un profumo con delle foto, render conto di un’immagine con le parole, cogliere la plasticità di un momento -quello ritratto da una scultura, il suo prima e il suo dopo- e metterlo in musica sono tutte esperienze sinestetiche; esperienze, cioè, che passano per almeno due dei cinque sensi e che ridanno due diversi sensi dello stesso oggetto. Mettere in contatto forme d’arte diverse è un modo per azionare questo tipo di esperienze e il risultato è spesso sorprendente, ma sempre affascinante. Come è accaduto con l’incontro tra il cantautore sardo IOSONOUNCANE e l’artista Edoardo Tresoldi, di cui abbiamo parlato più volte per le sue incredibili installazioni realizzate con reti metalliche.

Foto di Roberto Conte
Foto di Roberto Conte
Foto di Roberto Conte
Foto di Roberto Conte
Foto di Roberto Conte
Foto di Roberto Conte
Foto di Roberto Conte
Foto di Roberto Conte
Foto di Roberto Conte
Foto di Roberto Conte

Dal loro incontro è nato un evento speciale all’interno del festival Derive di Sapri. Dal 21 al 23 luglio scorsi, Tresoldi ha realizzato Locus, una particolare versione galleggiante delle sue reti, che hanno avvolto una piccola barca posizionata sul mare: su quella stessa barca, IOSONOUNCANE ha suonato l’ultimo giorno di Derive. Un incontro magico, che ci ha spinto a contattare Edoardo Tresoldi per saperne di più.

 

Ci racconti come è iniziato tutto?
Io e Iacopo non ci conoscevamo personalmente prima di DERIVE. Contattarlo è stata una mia idea perché trovo che le nostre due ricerche artistiche siano affini, anche se appartenenti a sfere semantiche diverse. Antonio Oriente, curatore del festival che prevede eventi site-specific e collaborazioni trasversali tra gli artisti, mi ha supportato e seguito in questa scelta.Il risultato è stata una una sperimentazione condivisa con la regia illuminotecnica di Luca Agnani, di cui luogo e pubblico sono stati parti integranti.

Quest’opera è temporanea?
Locus è un opera temporanea, nata appositamente per DERIVE e per accogliere l’esibizione di IOSONOUNCANE. È esistita solo per i tre giorni dell’evento.

 

Foto di Roberto Conte

 

Perché hai deciso di realizzare una vela?
Quello che mi interessava non era tanto il soggetto, ma un elemento che fosse attinente alla baia di Sapri, luogo dalla bellezza mozzafiato. La vela è un elemento immaginario su cui sono intervenuto seguendo le mie linee di ricerca attraverso tagli, scomposizioni e contaminazioni con il paesaggio circostante. Sono interessato più alle ricerche artistiche che a progetti specifici. Seguo ciò che esprime parallelismi a livello compositivo con la mia ricerca visiva e il legame con i luoghi.

Quando tempo ti è servito per pensarla e realizzarla? 
Un mese. Sono stato affiancato dal mio team di collaboratori e amici con cui lavoro da diverso tempo​, composto da quattro persone, e da alcuni sapresi che si sono sentiti coinvolti fin da subito e che ringrazio.

 

Foto di Roberto Conte

 

 

Cosimo Nesca

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Cosimo Nesca

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