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Le armi fatte con i post-it sono bellissime

i Love Ammerica

 

Marco Ercoli è un giovane artista romano. Da anni si sta dedicando ad un utilizzo insolito dei post-it, i biglietti adesivi che noi tutti usiamo per prendere appunti e incolliamo al frigo per ricordarci le cose da comprare al supermercato. Marco, invece, li usa per costruire armi coloratissime e definite nel più piccolo dettaglio.

Questa dedizione estrema nasce nel 2010 quando mi sono ritirato ad una vita eremitica in montagna. Sentivo la necessità ed il bisogno di staccarmi dai condizionamenti urbani, lontano dalla tv, da internet, dai mezzi di locomozione e dai cittadini stessi intrisi di sovrastrutture intellettuali” – commenta Ercoli – “Cominciai a fare un lavoro su me stesso, mettendo a dura prova il mio spirito ed il mio fisico, portandolo allo strenuo pur di superare giornalmente un livello di sopportazione della fatica fisica e mentale” .

Da quanto lavori con i post-it e come ha iniziato a farlo?
Sono due anni che lavoro con i post-it, ma lavoro con la carta da molto più tempo. L’idea mi è venuta giocando con una lama e con della carta. Devo ringraziare il mio spirito ludico, è alla base di ogni apprendimento.

 

Bomba non Bomba

 

C’è un contrasto evidente tra i colori, la leggerezza dei post-it e l’idea di costruire armi.
Alla base c’è una provocazione. Le armi sono viste, il più delle volte, come giocattoli (la P38 l’ho chiamata Tenere lontano dalla portata dei bambini). Mi baso sull’esperienza umana che davanti a sé ha un oggetto di morte camuffata dall’effimera bellezza della cromatica post-industriale. Oggi, dovunque ti giri, trovi una schizofrenia cromatica evidente: impulsi percettivi basati sul marketing e sul catturare il possibile acquirente come mosche attirate dal vino. Fino a settant’anni fa la cromatica non era così, basti pensare ai costumi d’oggi e ai costumi dei nostri padri.

 

Tenere Lontano dalla Portata dei Bambini

 

Quanto tempo impieghi per realizzare una scultura?
Sono una persona abbastanza abitudinaria. Mi sveglio presto la mattina per lavorare fino a notte tarda. Per ogni scultura impiego circa un mese di lavoro, ci vuole molta dedizione. Per questo un mio carissimo amico mi chiama “il Monaco”.

Tecnicamente qual è la difficoltà maggiore?
Tecnicamente sono uno spasso, per me.

 

Il silenzio o In presenza dell’assenza

 

C’è un collegamento tra il post-it e le foglie, uno degli elementi più ricorrenti nei tuoi lavori pittorici?
È la dedizione minutissima che c’è in ogni lavoro. Non è la tecnica la cosa più importante ma l’accuratezza di ogni minimo dettaglio, di ogni millimetro dove l’occhio arriva. Ho vissuto a stretto contatto con la natura: è il luogo di origine dove tutto nasce e tutto torna. Le foglie di un albero, come quelle di una piccola pianta, esprimono la poesia della caducità della vita.

Sandro Giorello

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