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Torna Ratatà il festival dell’illustrazione indipendente a Macerata, finanziato col crowdfunding

 

Il Festival di illustrazione, fumetto e editoria indipendente Ratatà sta per invadere la città di Macerata con la sua terza e più grande edizione di sempre. Un sacco di eventi, mostre e un mercato di autoproduzione saranno dislocati nei luoghi simbolo della città marchigiana da giovedì 14 aprile fino a domenica 17.

Il programma completo, insieme a tutte le info utili e a tutti gli artisti coinvolti lo trovate sul sito ufficiale.

 

BlexBolex

 

Al suo interno workshop e laboratori, video mapping, un’immensa area per un centinaio di espositori indipendenti e le importanti mostre di Riccardo Mannelli, BlexBolex, Bill Noir e Céline Guichard, tra gli altri.

Un’occasione per godere del meglio del panorama internazionale dell’illustrazione, alle prese con i propri lavori, le proprie storie e le proprie ossessioni.

Abbiamo fatto qualche domanda a Nicola Alessandrini, uno degli organizzatori della manifestazione, per capire com’è tirar su un festival come questo in una città di provincia.

 

Kuš Komiksi

 

Com’è nata l’idea di Ratatà?
Il festival è nato essenzialmente per due motivi:  siamo un gruppo di disegnatori e illustratori che lavorano a livello nazionale e internazionale, sentivamo un forte bisogno di confronto e di riportare a casa, in una città di provincia come Macerata,  una serie di esperienze. Nella nostra città c’è un bel fermento, c’è un’Accademia e una scuola d’illustrazione, quello che manca effettivamente è un contesto artistico, perché chi finisce l’Accademia spesso rimane demotivato. Noi che siamo più grandi, abbiamo deciso di portare a Macerata un po’ di professionisti conosciuti durante il percorso e persone che stimiamo, per mostrare che si può, attraverso la produzione indipendente, trovare un modo per poter continuare a lavorare e a fare ricerca artistica.

 

Riccardo Mannelli

 

Come risponde la città di Macerata a un festival come il vostro?
Siamo alla terza edizione e pian piano l’attenzione si va consolidando. È un po’ difficile smuovere la popolazione di provincia, perché proponiamo cose nuove da vedere, spesso è un tipo di immaginario lontano dal loro archetipo di bellezza,  noi tentiamo di portare anche dei linguaggi che nascono dal basso, per  descrivere tematiche sociali differenti. Quest’anno però abbiamo cambiato in modo sostanziale la formula del progetto, che prima nasceva in stretta collaborazione con il Centro Sociale, sfruttando anche i suoi ambienti, quindi se da una parte c’era un clima amichevole e familiare tra di noi, dall’altra poteva risultare una barriera per molti. Quest’anno abbiamo preso uno spazio in centro a Macerata, un’ex Upim con delle stanze enormi nella piazza principale, in modo che il festival abbia una visibilità cittadina maggiore.

 

Céline Guichard

 

Perché avete deciso di finanziarlo tramite crowdfunding e com’è andata l’esperienza?
Questo è il secondo anno che usiamo questa formula. L’esigenza è nata dopo la prima edizione, quando abbiamo capito che non avremmo più avuto la possibilità di sfruttare i fondi europei. L’anno scorso abbiamo chiesto 1500 € e ce l’abbiamo fatta con l’aiuto del Comune e del Centro Sociale. Quest’anno è andata bene, avevamo una base di 2500 € e si è chiuso ieri a 3000 €, in più il Comune ci ha aiutato maggiormente rispetto alle scorse edizioni, quindi ci siamo trovati a gestire una somma più alta rispetto alle altre edizioni, anche se stiamo comunque parlando di una somma ridicola rispetto a quelle che servirebbero per i festival del genere.

 

Bill Noir

 

Simone Stefanini

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Simone Stefanini

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