Un grave attentato ha colpito la notte scorsa il giornalista Sigfrido Ranucci, noto conduttore della trasmissione d’inchiesta Report.
Le automobili di Ranucci e di sua figlia sono state distrutte da un ordigno esplosivo posizionato davanti alla sua abitazione a Campo Ascolano, periferia di Roma. L’episodio ha scosso profondamente il quartiere, suscitando reazioni immediate da parte delle autorità e del mondo politico.
L’attentato nella notte: due auto esplose
Come reso noto dallo stesso Ranucci attraverso i suoi canali social, l’ordigno rudimentale conteneva circa un chilo di esplosivo e non è stato attivato con telecomando o timer, ma presumibilmente lasciato con la miccia accesa tra due vasi esterni alla villetta. La deflagrazione ha completamente distrutto le due vetture, danneggiando anche la casa adiacente e il cancello di ingresso dell’abitazione. Fortunatamente non si registrano feriti, ma la forza dell’esplosione sarebbe stata sufficiente a causare vittime: “La potenza dell’esplosione è stata tale da poter uccidere chi fosse passato in quel momento”, ha sottolineato la redazione di Report.
Le indagini sono affidate ai carabinieri, con il supporto degli artificieri, che stanno analizzando il materiale esplosivo utilizzato e cercando telecamere di sorveglianza nella zona, anche se in prossimità della casa sono presenti solo impianti semaforici con sensori per la velocità. Le ricerche sono estese alle vie consolari limitrofe, alla ricerca di ulteriori elementi utili alle indagini.
Sigfrido Ranucci ha riferito di aver denunciato numerose minacce nel corso del tempo, sempre segnalate alle autorità competenti: “Quello di stanotte è un salto di qualità preoccupante perché proprio davanti casa, dove l’anno scorso erano stati trovati dei proiettili”, ha dichiarato uscendo dalla caserma dei carabinieri dopo aver formalizzato la denuncia. Nonostante ciò, il giornalista ha espresso fiducia nello Stato: “Mi sento tranquillo perché le istituzioni mi sono sempre state vicine”.
Immediata la reazione del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ha espresso “ferma condanna” per l’attentato e ha annunciato il rafforzamento massimo delle misure di sicurezza per la tutela del giornalista e della sua famiglia. “Un gesto vigliacco e gravissimo che rappresenta un attacco non solo alla persona ma alla libertà di stampa e ai valori fondamentali della nostra democrazia”.
Anche la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha voluto manifestare solidarietà a Ranucci, definendo l’episodio “un grave atto intimidatorio”. Nella nota di Palazzo Chigi si legge: “La libertà e l’indipendenza dell’informazione sono valori irrinunciabili delle nostre democrazie, che continueremo a difendere. Ci sarà il massimo impegno delle forze di polizia per accertare rapidamente gli autori. Ho dato mandato di rafforzare al massimo ogni misura a sua protezione”.
L’inchiesta è stata affidata alla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, con il pm Carlo Villani e l’aggiunto Ilaria Calò che coordinano le attività investigative. Al momento si procede per danneggiamento aggravato dal metodo mafioso, in attesa delle prime informative delle forze dell’ordine. L’ipotesi che dietro l’attentato possa esserci una matrice criminale organizzata è al centro delle verifiche, dato il contesto e le minacce pregresse ricevute dal giornalista.
Il gesto rappresenta un segnale allarmante per la sicurezza dei cronisti impegnati in inchieste su temi delicati, soprattutto quando riguardano infiltrazioni e illegalità. La vicinanza istituzionale e l’attenzione mediatica sottolineano l’importanza di garantire protezione e libertà a chi quotidianamente denuncia malcostumi e corruzione.
Le forze dell’ordine proseguono senza sosta il lavoro per assicurare i responsabili alla giustizia, mentre la scorta di Ranucci è stata rafforzata a tutela della sua incolumità, dopo questo episodio che segna un’escalation preoccupante negli attacchi intimidatori rivolti al mondo dell’informazione.