Nuovi sviluppi emergono dalla vicenda del delitto di Garlasco, con Andrea Sempio, indagato nella recente inchiesta della Procura di Pavia, che rompe il silenzio davanti alle telecamere di “Quarto Grado”.
Il suo intervento punta a chiarire diversi aspetti controversi che hanno animato l’opinione pubblica e la stampa, in particolare riguardo allo scontrino del parcheggio e agli importi versati agli avvocati come parcella.
Andrea Sempio e le accuse sulla gestione della difesa
Andrea Sempio ha voluto rimarcare che non esiste alcun segreto che il suo ex legale, l’avvocato Lovati, possa svelare: “Non c’è nessun segreto su di me che l’avvocato Lovati sa e che potrebbe rivelare” ha dichiarato con fermezza. Sempio ha inoltre sottolineato il rapporto di lunga data con Lovati, che dura da oltre un decennio: “Per Lovati ho sempre rispetto, stima e affetto, perché sono almeno dieci anni che andiamo avanti insieme”. Nonostante la fine del rapporto professionale, l’ex indagato ha evidenziato come l’avvocato continui a difenderlo pubblicamente, ribadendo la sua estraneità ai fatti: “Lui comunque continua a difendermi, continua a riportare che secondo lui io non solo non sono stato, ma sono totalmente estraneo alla vicenda”.
Tra le questioni più dibattute vi è quella dello scontrino del parcheggio, un elemento che ha sollevato sospetti e alimentato teorie. Sempio ha spiegato l’origine di questo documento, riferendo che il giorno del delitto si era recato in libreria, ma l’aveva trovata chiusa: “Ero andato il giorno prima in libreria, ma l’avevo trovata chiusa. Siamo tornati il giorno dopo”. L’ex indagato ha ammesso di non aver ricordato immediatamente questo dettaglio, un particolare che avrebbe potuto evitare fraintendimenti se fosse stato dichiarato prima del ritrovamento dello scontrino stesso: “Quando mi è stato chiesto anche da altri giornalisti, non lo ricordavo. Sarebbe stato molto meglio ricordarselo e annunciarlo prima del ritrovamento di quest’altro scontrino”.
Tuttavia, Sempio ha respinto con decisione le interpretazioni giornalistiche che hanno dato rilievo a questo episodio, definendolo una forzatura: “Capisco che faccia scena sui giornali, ma è roba tirata per i capelli e basta”. Un’altra voce che ha fatto rumore riguarda l’ipotesi di un tentativo di corruzione nei confronti di un magistrato coinvolto nel caso. Andrea Sempio ha definito questa accusa priva di fondamento, sottolineando l’incompatibilità dei dati economici e delle persone coinvolte: “Il discorso della corruzione del magistrato non ha senso, non tornano le cifre”, ha affermato con sicurezza
. Ha inoltre spiegato che, anche qualora fosse stata tentata una corruzione, non avrebbe avuto alcuna efficacia pratica, in quanto il magistrato non aveva il potere decisionale sull’archiviazione del procedimento: “Non avrebbe avuto senso corrompere il magistrato, perché comunque non era lui che poteva decidere tra un’archiviazione o meno”. Nel suo intervento, Sempio ha quindi smontato punto per punto le accuse, evidenziando l’incoerenza dell’intera narrazione: “Non tornano le cifre, non tornano le persone, non torna come storia”.
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L’intervista di Andrea Sempio rappresenta un passaggio importante nella complessa vicenda del delitto di Garlasco, che continua a tenere alta l’attenzione mediatica e giudiziaria. Gli aggiornamenti forniti dall’indagato gettano nuova luce su alcuni dettagli chiave e contribuiscono a far emergere una versione più articolata degli eventi.

