Sono stati fermati a Milano quattro minorenni, tutti sotto i 14 anni, responsabili dell’incidente mortale che ha causato la morte di Cecilia De Astis, 71 anni, investita da un’auto rubata guidata da un tredicenne.
Il tragico evento ha riacceso una vivace polemica politica, con il centrodestra che chiede interventi drastici sugli insediamenti rom, mentre il sindaco Giuseppe Sala respinge con fermezza ogni speculazione.
Identificati i minorenni coinvolti nell’incidente mortale di via Saponaro
La vicenda si è svolta lunedì scorso in via Saponaro, alla periferia di Milano: quattro ragazzini, tra cui una bambina di 11 anni e due bambini di 12, sono entrati in un negozio e hanno acquistato delle magliette gialle a tema Pokémon. Poco dopo, sono saliti a bordo di un’auto rubata la domenica precedente a un turista francese. Alla guida c’era il 13enne, che ha perso il controllo del veicolo travolgendo la 71enne Cecilia De Astis, che stava camminando sul marciapiede. Dopo l’impatto, i minori sono fuggiti in direzioni diverse, abbandonando la vittima senza prestare soccorso.
Le immagini delle telecamere di videosorveglianza hanno permesso alla Polizia locale di Milano di rintracciare i ragazzi in un campo nomadi in via Selvanesco. Nonostante la giovane età e l’imputabilità giuridica assente per via del fatto che non hanno raggiunto i 14 anni, i minorenni sono stati identificati e affidati alla Procura dei Minori. Ora i magistrati dovranno valutare le misure da adottare, che potrebbero andare dall’allontanamento dai genitori, ritenuti inadeguati, fino all’affidamento in comunità per i casi di minori socialmente pericolosi. La posizione più grave riguarda il tredicenne alla guida, ma ogni situazione sarà esaminata singolarmente.
Filippo Di Terlizzi, figlio della vittima, ha definito l’accaduto non una semplice disgrazia, ma un vero e proprio omicidio. «Questa tragedia non è giustificabile con la sfortuna. Non possiamo più vivere in questa situazione di insicurezza», ha dichiarato in diverse interviste, sottolineando «siamo dentro a un incubo». Il figlio ha anche evidenziato come «quei bambini cresciuti nella delinquenza non avrebbero dovuto trovarsi lì» e ha chiesto un impegno più forte per la sicurezza.
La tragedia ha acceso immediatamente la polemica politica. Il leader della Lega e vicepremier Matteo Salvini ha lanciato un duro attacco sui social, chiedendo lo sgombero e la demolizione del campo rom coinvolto, accusando «pseudo genitori da arrestare e patria potestà da annullare». Il centrodestra in generale ha condiviso l’appello a misure drastiche contro gli insediamenti rom, considerati da anni un problema legato a furti e violenze.

Dal canto suo, il sindaco Giuseppe Sala ha risposto duramente, definendo «vergognoso speculare» su una tragedia così dolorosa, soprattutto da parte di esponenti di governo. Sala ha ricordato che il Comune di Milano negli ultimi 12 anni ha attuato una politica di superamento degli insediamenti rom, chiudendo 24 campi, di cui 20 irregolari e 4 autorizzati, soprattutto durante le giunte di centrosinistra dal 2013 al 2024. «Il tavolo di coordinamento con le Forze dell’ordine per affrontare la questione degli insediamenti rom è attivo in Prefettura, organismo del Ministero dell’Interno», ha aggiunto il sindaco, sottolineando che le accuse del centrodestra appaiono più strumentali che costruttive.
Dal punto di vista giuridico, la presenza di minori non imputabili rende complicata l’applicazione di misure penali tradizionali. La Procura dei Minori dovrà valutare la responsabilità e la pericolosità sociale di ciascuno dei quattro ragazzi. L’attenzione sarà rivolta soprattutto al tredicenne alla guida dell’auto, il cui comportamento ha avuto conseguenze fatali.
Sul piano sociale, la vicenda mette in luce la complessità delle problematiche legate all’integrazione e al controllo degli insediamenti rom a Milano. Le tensioni politiche si intrecciano con questioni di sicurezza pubblica, diritti dei minori e responsabilità familiari. L’episodio ha riacceso il dibattito sulla necessità di interventi coordinati tra istituzioni locali, forze dell’ordine e magistratura minorile per prevenire situazioni di questo genere e garantire la sicurezza di tutti i cittadini.