Presentato oggi a Milano il 21º Rapporto Annuale Federculture, che offre una panoramica aggiornata e dettagliata sul valore economico e sociale della cultura in Italia nel 2024.
Il rapporto, realizzato da Federculture con il contributo di Fondazione Cariplo, conferma il ruolo cruciale della cultura come motore di ripresa e sviluppo, analizzando dati relativi a musei, turismo culturale, occupazione e investimenti pubblici.
Crescita record per musei e spettacoli, superati i livelli pre-pandemici
Il 2024 si chiude con numeri straordinari per i musei statali italiani, che hanno accolto 60,8 milioni di visitatori, segnando un incremento del 5,4% rispetto al 2023 e un +11% rispetto al 2019, anno precedente alla pandemia. Gli introiti da biglietteria hanno raggiunto quota 382 milioni di euro, con un aumento del 21,7% sul 2023 e un sorprendente +57,6% rispetto al 2019. Particolarmente rilevanti sono i dati dei musei autonomi, che hanno registrato 44,7 milioni di visitatori e 316 milioni di euro di incassi, pari rispettivamente al 73,5% e all’82% del totale nazionale. La crescita della fruizione culturale coinvolge anche altri settori: il pubblico a teatro è aumentato dell’11,6%, mentre i concerti hanno registrato un +14,5% rispetto all’anno precedente.
Le mostre e i musei hanno visto un incremento del 3,5%, mentre i siti archeologici del 4,4%. Il cinema mostra segnali di ripresa con un +11,7% di spettatori rispetto al 2023, anche se resta sotto i livelli pre-Covid con un calo dell’8% rispetto al 2019. Nel 2024 il 63,2% delle presenze turistiche italiane si è concentrato in comuni a vocazione culturale, con visitatori stranieri che rappresentano il 57% di questi flussi. Gli arrivi internazionali hanno toccato i 74 milioni, segnando un incremento dell’8,9% e una spesa turistica complessiva di 54 miliardi di euro, pari a un aumento del 22,4% rispetto al 2019. Regioni come Molise, Marche e Umbria hanno registrato una crescita particolarmente sostenuta.
Tuttavia, la concentrazione del turismo nei grandi centri urbani e nelle città d’arte ha fatto emergere il rischio di overtourism. Federculture evidenzia la necessità di adottare strategie integrate per garantire la sostenibilità del turismo culturale, anche in considerazione dell’aumento degli affitti brevi, che hanno fatto registrare circa 30.000 presenze aggiuntive l’anno. Sul fronte degli investimenti pubblici, il Ministero della Cultura (MIC) ha destinato oltre 4 miliardi di euro negli anni successivi alla pandemia, ma dal 2023 il budget si è ridotto a circa 3 miliardi, con previsioni di ulteriori cali tra il 7% e il 12% entro il 2026. In controtendenza, i fondi per spettacolo e cinema sono rimasti stabili, con il Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo che nel 2025 ammonta a 446 milioni (+5,3%) e il Fondo per il cinema a 696 milioni.

A livello locale, i Comuni hanno stanziato circa 2,73 miliardi di euro nel 2024, segnando un lieve calo del 2,2% rispetto al 2023 ma un incremento del 36% rispetto al 2019. Le Regioni hanno superato gli 1,1 miliardi di euro, con un aumento del 20% rispetto al 2022, recuperando quasi completamente i livelli pre-pandemia. Nel 2024 l’occupazione nel settore culturale ha toccato quota 843.000 addetti, pari al 3,5% del totale lavoratori italiani, con una crescita del 2,2% rispetto al 2023 e del 2% rispetto al 2019. L’Italia rimane però leggermente al di sotto della media Ue (3,8%). L’occupazione culturale si caratterizza per una forte presenza di lavoratori autonomi (47,6%) e per un’età media elevata: solo il 12,8% degli occupati ha meno di 30 anni, mentre la fascia più rappresentata è quella degli over 50 (39,9%).
L’Art Bonus continua a dimostrarsi uno strumento efficace per la raccolta di fondi privati: al 30 aprile 2025 le donazioni hanno superato 1,08 miliardi di euro. Le imprese hanno erogato oltre 500 milioni tramite 12.000 contributi, mentre i privati rappresentano il 60% delle donazioni, con un totale di 50 milioni. Da segnalare il ruolo delle Fondazioni bancarie, che contribuiscono con circa 50 milioni di euro l’anno. Il panorama culturale italiano conta circa 3.000 festival, eventi che contribuiscono in modo significativo all’attrattività turistica e all’impatto economico locale.
La nomina a Capitale Italiana della Cultura si conferma una leva strategica di sviluppo: nel corso dell’anno in cui una città riceve il titolo si registra un aumento del 16% degli arrivi turistici e del 12% delle presenze, con effetti positivi che si prolungano fino a due anni dopo (+15% arrivi e +9% presenze). Un quadro complesso e articolato che Federculture invita a sostenere attraverso politiche culturali coordinate, investimenti mirati e misure fiscali agevolate, come il recente taglio dell’IVA sull’arte, per accompagnare la crescita e affrontare le sfide demografiche e ambientali. Alberto Bonisoli, Direttore del Centro Studi Federculture, sottolinea come il sistema culturale italiano abbia dimostrato una notevole capacità di adattamento e richieda ora una governance solida per consolidare questi trend positivi e supportare il cambiamento.