Il governo italiano ha introdotto un nuovo incentivo economico destinato a incentivare i lavoratori a posticipare l’uscita dal mondo del lavoro offrendo un bonus contributivo che si riflette in una busta paga più ricca.
Questa misura, nota come bonus Giorgetti, è rivolta ai lavoratori dipendenti che maturano entro la fine del 2025 i requisiti per la pensione anticipata flessibile o la pensione anticipata ordinaria, ma scelgono di continuare a lavorare.
Bonus Giorgetti: cos’è e a chi spetta
Con la circolare INPS pubblicata il 16 giugno 2025, sono state chiarite le modalità di accesso a questo incentivo previsto dalla legge di bilancio 2025. L’incentivo, inizialmente riservato ai lavoratori che raggiungono il diritto alla pensione anticipata flessibile (la cosiddetta Quota 103), è stato esteso anche ai soggetti che maturano i requisiti per la pensione anticipata ordinaria, ovvero almeno 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e un anno in meno per le donne.
I lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria (Ago) o a forme sostitutive ed esclusive, che decidono di rinviare la pensione e continuare l’attività lavorativa, possono richiedere al proprio datore di lavoro di vedere in busta paga la quota dei contributi previdenziali a loro carico relativi all’assicurazione generale per l’invalidità, vecchiaia e superstiti (Ivs).
Il punto di forza del bonus Giorgetti è che il lavoratore che sceglie di posticipare l’uscita dal lavoro vedrà riconosciuta in busta paga la quota dei contributi Ivs che normalmente sarebbe a suo carico, senza che questa quota venga tassata. L’INPS ha precisato che il datore di lavoro mantiene l’obbligo di versare la propria quota contributiva, mentre la parte a carico del lavoratore diventa un vero e proprio incentivo non imponibile fiscalmente.
Questa agevolazione si applica anche ai lavoratori iscritti a forme esclusive o sostitutive dell’Ago, e risulta già operativa a tutti gli effetti. Come sottolineato da Gabriele Fava, presidente INPS, “la permanenza dei lavoratori più anziani nel mercato del lavoro non deve più essere vista come un ostacolo all’ingresso dei giovani”. Le statistiche Eurostat confermano infatti che nei Paesi con elevata occupazione tra lavoratori anziani, cresce anche il tasso di occupazione giovanile, evidenziando come la convivenza generazionale nel mondo del lavoro possa essere un motore di crescita.

Il bonus Giorgetti si estingue automaticamente nel caso in cui il lavoratore eserciti la revoca o raggiunga il diritto a una pensione diretta, fatta eccezione per l’assegno di invalidità. Per quanto riguarda l’importo della pensione, la quota calcolata con il metodo retributivo non subisce variazioni, tuttavia il mancato versamento della quota contributiva a carico del lavoratore incide sul montante contributivo individuale.
In termini pratici, ciò significa che al momento della pensione l’assegno sarà leggermente inferiore rispetto a quello che si sarebbe ottenuto con la contribuzione piena. Questo perché viene applicata una riduzione corrispondente alla quota contributiva non versata dal lavoratore, pari al 9,19% della retribuzione per i lavoratori del settore privato. Tale meccanismo è stato pensato per incentivare la permanenza nel lavoro senza però compromettere in modo significativo la sostenibilità del sistema pensionistico.
L’introduzione del bonus Giorgetti rappresenta dunque un passo significativo verso una maggiore flessibilità nell’uscita dal lavoro, incoraggiando i lavoratori a prolungare la propria attività professionale e favorendo un ricambio generazionale più equilibrato nel mercato del lavoro italiano.