La gestione delle cartelle esattoriali rappresenta da sempre un nodo cruciale tra lo Stato e i contribuenti. Da un lato, c’è l’esigenza dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione di alleggerire il proprio carico e incassare risorse in tempi rapidi.
Dall’altro, ci sono cittadini spesso in difficoltà finanziaria, alle prese con debiti accumulati nel tempo. A questo proposito, le sanatorie fiscali si confermano come strumenti chiave per trovare un equilibrio tra queste esigenze divergenti.
Le diverse forme di sanatoria: rottamazione, saldo e stralcio e condono
Tra le misure più diffuse, la rottamazione delle cartelle rimane quella più utilizzata negli ultimi anni per regolarizzare posizioni debitorie. Questo strumento permette al contribuente di chiudere la propria posizione pagando un importo inferiore rispetto al totale dovuto, grazie alla cancellazione di sanzioni, interessi e aggio di riscossione, con la possibilità di dilazionare il pagamento. Un esempio recente è la rottamazione quater, introdotta nel 2023, con scadenza per la presentazione delle domande a giugno dello stesso anno. Il piano di pagamento è iniziato nell’ottobre 2023 e si concluderà nel novembre 2027.
Attualmente, questa rimane la sanatoria in vigore, aperta a chi ha aderito entro i termini o a chi ha beneficiato della proroga concessa dal governo fino ad aprile 2025. In parallelo, è allo studio una nuova rottamazione che potrebbe introdurre importanti novità, tra cui l’allungamento del piano di dilazione da 18 rate trimestrali fino a 120 rate mensili, estendendo quindi la possibilità di pagamento fino a 10 anni. Questa soluzione rappresenterebbe un significativo alleggerimento per i contribuenti in difficoltà.
Oltre alla rottamazione, si conferma tra le opzioni più efficaci anche il saldo e stralcio, una misura che permette di estinguere il debito con uno sconto sostanziale, spesso superiore al 50% dell’importo originario. Questa modalità s’ispira alle pratiche di recupero crediti, proponendo al contribuente una soluzione sostenibile e immediata, ad esempio pagando una somma ridotta in un’unica soluzione per chiudere definitivamente il debito. Spesso il termine “condono” viene usato in senso generico o con accezioni negative, ma in realtà rappresenta uno strumento distinto e più selettivo.

Il vero condono fiscale riguarda situazioni particolarmente critiche, dove il recupero del debito è considerato impossibile o antieconomico, come nel caso di soggetti nullatenenti, falliti o deceduti senza eredi. In tali casi, lo Stato decide di cancellare definitivamente il debito, liberando risorse umane e finanziarie dall’onere di gestire posizioni improduttive. Un’azione di questo tipo non deve essere interpretata come un regalo agli evasori, bensì come una razionalizzazione dell’attività di riscossione. Una gestione più efficiente dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione permette infatti di concentrare gli sforzi su crediti effettivamente recuperabili.
Accanto a queste misure, esiste anche la pratica della cancellazione d’ufficio delle cartelle più vecchie e di modesto importo (generalmente inferiore a 1.000 euro). Queste cartelle, ritenute antieconomiche da riscuotere, vengono eliminate automaticamente, alleggerendo ulteriormente il carico dell’ente riscossore e favorendo una maggiore efficienza. Le sanatorie fiscali sono spesso al centro di dibattiti politici accesi. Storicamente, i governi di centrodestra, come quello attualmente in carica, tendono a promuovere questi provvedimenti come strumenti pragmatici per favorire il recupero crediti e dare ossigeno ai contribuenti in difficoltà.
Al contrario, le forze di sinistra mostrano maggiore cautela, pur non escludendo del tutto l’adozione di simili misure, come dimostrato dal governo Renzi che varò una sanatoria. Le opposizioni, soprattutto quelle di sinistra, spesso criticano le sanatorie definendole “regali agli evasori”. Tuttavia, è necessario ricordare che non tutti i debiti fiscali derivano da evasione volontaria: esiste una componente significativa di debiti accumulati per reale impossibilità di pagamento, dovuta a situazioni di difficoltà economica o emergenze personali.
Le sanatorie, quindi, rappresentano un compromesso che consente allo Stato di incassare almeno una parte del credito e ai contribuenti di alleggerire la propria posizione senza subire conseguenze troppo gravose, come il blocco dei beni mobili, il pignoramento di conti correnti, stipendi o pensioni, o il fermo amministrativo di veicoli. Il dibattito sulle sanatorie fiscali resta aperto, ma resta chiaro che si tratta di strumenti fondamentali nella gestione del rapporto tra fisco e cittadini, in un quadro di equità e pragmatismo.